| Aggiunta. A Felix: Poi, intendiamoci, se il tuo discorso era riferito proprio al "rompere", ovvero al fare comizi e scenate a tavola, eccetera, allora è un'altra faccenda. Personalmente, come credo Catartica, per una serie di ragioni, tendo ad evitare di sottolineare la cosa, prendere discorsi, raccogliere provocazioni (piuttosto, faccio una battuta e rispondo sportivamente, o lascio cadere, con un sorriso). E'un fatto di educazione e buon senso. A che serve creare disagio, lasciare intendere la propria condanna e critica verso quelli che mangiano carne, ad esempio, in una situazione "formale", quando si è invitati a pranzo, eccetera? Dato che non serve a nulla (non serve ad impedire che la gente continui a mangiare carne, non resuscita gli animali che sono già stati serviti in tavola, in genere non aiuta neanche a convincere le persone a cambiare idea), perché fare scenate o battute acide?
Inoltre, non amo "fare storie". Se mi trovo ospite di qualcuno che non sa di me, o sono in una situazione "ufficiale" o "formale" (rarissimo, ovvio), preferisco mangiare anche carne, se mi viene offerta, e basta. Comunque, certo, evito per quanto possibile di trovarmi in situazioni del genere.
Un fatto di buonsenso ed educazione, credo. Peraltro, io posso farlo, perché, a differenza di altri vegetariani, non ho sviluppato repulsione o schifo per la carne, mentre c'è chi davvero non riesce più a mangiarla.
A me, peraltro, il pesce non faceva impazzire, ma porchetta, arrosto, coppiette, e il "quinto quarto" tradizione della cucina romana (coratella, pajata, coda, trippa) piacevano moltissimo.
Altrettanto, se per una volta mi si offrono che ne so, tagliatelle all'uovo o melanzane alla parmigiana (appunto con il formaggio) non sto lì a creare difficoltà e imbarazzi inutili. Come detto, comunque, non mi capita praticamente mai di trovarmi in situazioni del genere.
Per quanto riguarda la quotidianità, evito di comprare biscotti o altri cibi che contengano uova o latte, ma se per una volta capita, amen.
Altro motivo per cui non sto sempre a parlare della cosa a tutti è che sono un po'stanco, dopo vent'anni, di combattere sempre con le stesse storie, ribattere alle solite obiezioni, eccetera. Allora seleziono: se mi trovo a parlare con persone "intelligenti" che immagino possano capire o comunque discutere seriamente, allora si, ovviamente, parlo, discuto, cerco di convincere (anche qui). Altrimenti, lascio perdere. Ho fatto il camionista per cinque anni e vi assicuro che di camionisti vegetariani non ce ne sono molti (anche tra autisti di autobus, lavoro che ho fatto successivamente, peraltro), ma questo vale per tutti gli operai, in genere... Naturalmente, ad essere più "maturi" per queste cose sono comunque persone con una certa cultura, ed è logico che sia così.
Piccola aggiunta: a Roma, molti anni fa, al Forte Prenestino, preparavano solo cibo vegetariano (non so se proprio vegan, ma non credo). IL centro sociale Torre Maura è da sempre attivissimo, a riguardo dei diritti animali: serate per l'Aip, cene vegan, proiezione di filmati, eccetera. Il Laboratorio La Talpa, anch'esso anarchico, cucina anche cibo vegan. Almeno fino al 1990, all'Alter di Trieste c'era molta attenzione per la questione dei diritti animali. A Milano c'era il "Kulturcentro Mirinda Mondo", animato, fra gli altri da Mario Righi.
Ciò non toglie, ovvio, che gli anarchici meritino comunque di essere cannoneggiati, sterminati, deportati, come a Kronstadt, Barcellona, eccetera!
A Catartica: immagino ti riferisca ad anarchici e simili. Figurati, anche io ho poco a che spartire con tutto questo. Li ho conosciuti e mi rendo conto di essere molto lontano da loro, come mentalità, abitudini, idee ovviamente. Però ammetto che lì c'è molta più attenzione e sensibilità al tema, rispetto alla sinistra "tradizionale".
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