le geniali proposte di Grassi

« Older   Newer »
  Share  
rikycccp
view post Posted on 8/5/2010, 02:32




CITAZIONE (durruti @ 7/5/2010, 19:16)
forse non ci siamo capiti
io ritengo che questo sia un esempio, in relazione all'analisi di Grassi sulla scissione, di come molti compagni di base se ne fottano delle scissioni e delle appartenenze. tanto è vero che quando abbiamo alzato la voce contro il Pd e i suoi lacchè candidando Goracci a presidente della regione i circoli si sono subito riempiti anche di militanti provenienti da varie esperienze: centri sociali, associazioni, sinistra critica, sel e tanti cani sciolti.
il successivo tempestivo accordino che ci assicurava un assessoruncolo e infilava nel listino un PDCI che ha sempre remato contro la FED e che messo poi in lista ha raccolto 99 preferenze in tutta la regione, ha fatto si che i nuovi arrivati se ne siano andati immediatamente portandosi dietro molti dei nostri a cui la tessera non la rifarai mai più.
questa è la credibilità di rifondazione purtroppo.
oggi tappezzo la regione di manifesti con su scritto che faremo il culo al centro sinistra e dopo un paio di settimane dici: scusate abbiamo fatto un giochino

il medesimo gioco è stato fatto a cagliari

Tornando a Grassi e alla sua analisi:
Sconta la visione (secondo me sbagliata) di chi la scrive, secondo cui questa fase è transitoria e superabile con alcune correttive, senza quindi cambiare radicalmente rifondazione.
 
Top
sattanik84
view post Posted on 8/5/2010, 09:50




appunto, si propongono soluzioni fumose e leggere, un ricambio no eh?

Su Cagliari è stata fatta una grossa cagata, sia perchè, secondo me, il PdCI ha agito di testa sua, e lo ha fatto perchè nel PRC c'è qualcuno, che furbescamente con la puzza sotto il naso, non si preoccupa minimamente dell'unità e molla il PdCI; che di certo non può stare ad aspettare i nostri comodi e le nostre follie.
Follie che poi sono finite malamente, con noi che due settimane prima delle elezioni rientravamo in coalizione...
si sarebbe risolta se gli organismi della FedSx, per quanto sia molto discutibile e leggera, si fossero almeno formalizzati però Ferrero non vuole e Claudio era preoccupato perchè il Grecian era finito.
Poi come lo ha ricomprato, ha pensato di lanciare l'offensiva unitaria con SeL...un genio...
 
Top
durruti
view post Posted on 8/5/2010, 11:35




sono d'accordo sul fatto che la totalità dell'analisi di Grassi è funzionale ad una riproposizione di una Rifondazione uguale a se stessa, forse un po' corretta, ma con la stessa formula , lo stesso linguaggio , la stessa struttura e il medesimo gruppo dirigente. in pratica la strada verso l'annicchilimento.
nessuna proposta innovativa verso le realtà esterne al partito, verso le formazioni a sinistra del prc solo un triste e trito tentativo di salvare la baracca con l'ennesima somma di sigle, ritenendo che Sel più Rifondazione possano tornare agli antichi fasti (?). emerge chiaramente, a mio giudizio, la volontà di salvaguardare due gruppi dirigenti bocciati da elettorato e corpo militante.
 
Top
RUDE*BWAY
view post Posted on 8/5/2010, 12:51




CITAZIONE (durruti @ 8/5/2010, 12:35)
sono d'accordo sul fatto che la totalità dell'analisi di Grassi è funzionale ad una riproposizione di una Rifondazione uguale a se stessa, forse un po' corretta, ma con la stessa formula , lo stesso linguaggio , la stessa struttura e il medesimo gruppo dirigente. in pratica la strada verso l'annicchilimento.
nessuna proposta innovativa verso le realtà esterne al partito, verso le formazioni a sinistra del prc solo un triste e trito tentativo di salvare la baracca con l'ennesima somma di sigle, ritenendo che Sel più Rifondazione possano tornare agli antichi fasti (?). emerge chiaramente, a mio giudizio, la volontà di salvaguardare due gruppi dirigenti bocciati da elettorato e corpo militante.

quoto dalla A alla Z
 
Top
Soviet*Honour
view post Posted on 8/5/2010, 13:22




La volontà del cambiamento radicale ci vuole un pò per imprimerla ad un gruppo dirigente, da che mondo è mondo, se non altro non vengono più nascosti gli errori. E c'è, almeno mi sembra, la volontà di cambiare le cose.

CITAZIONE (durruti @ 7/5/2010, 19:16)
forse non ci siamo capiti
io ritengo che questo sia un esempio, in relazione all'analisi di Grassi sulla scissione, di come molti compagni di base se ne fottano delle scissioni e delle appartenenze. tanto è vero che quando abbiamo alzato la voce contro il Pd e i suoi lacchè candidando Goracci a presidente della regione i circoli si sono subito riempiti anche di militanti provenienti da varie esperienze: centri sociali, associazioni, sinistra critica, sel e tanti cani sciolti.
il successivo tempestivo accordino che ci assicurava un assessoruncolo e infilava nel listino un PDCI che ha sempre remato contro la FED e che messo poi in lista ha raccolto 99 preferenze in tutta la regione, ha fatto si che i nuovi arrivati se ne siano andati immediatamente portandosi dietro molti dei nostri a cui la tessera non la rifarai mai più.
questa è la credibilità di rifondazione purtroppo.
oggi tappezzo la regione di manifesti con su scritto che faremo il culo al centro sinistra e dopo un paio di settimane dici: scusate abbiamo fatto un giochino

Ma di dove sei?
 
Top
sattanik84
view post Posted on 10/5/2010, 12:01




CITAZIONE (Soviet*Honour @ 8/5/2010, 14:22)
La volontà del cambiamento radicale ci vuole un pò per imprimerla ad un gruppo dirigente, da che mondo è mondo, se non altro non vengono più nascosti gli errori. E c'è, almeno mi sembra, la volontà di cambiare le cose.

non veda questa volonta, vedo un'area appiattiva sulle posizioni di Ferrero, quello che si era detto al congresso è stato in larga parte disatteso, ci sarebbe da denunciarli per frode...
Ci voglioni i fatti!La rivista Su La testa è una delle 1000 cazzate che facciamo, si parla di un partito senza soldi e poi io devo sborsare soldi e pagare i volantini e tutto perchè loro devono giocare a fare i teorici fini e farsi il giornaletto? ma ti posso fare 500 altri esempi
Voi continuate a reggere il pittale a Grassi che poi quando vi piscierà sopra ridiamo molto...
 
Top
Soviet*Honour
view post Posted on 10/5/2010, 12:59




Non è questione di "regge il pittale a Grassi", è questione di prendere coscienza che non si può sperare di abbattare tutto e ritirare su tutto, a nuovo, come se non ci fosse stato nulla prima.
Al momento, a mio modo di vedere, l'unico dirigente su cui si può puntare per un iniziale (e sottolineo iniziale) cambiamento, è proprio Grassi. Le cose si fanno a piccoli passi, per quanto capisco che il tempo stringa.

Dopo nessuno toglie a Grassi & co. gli errori che hanno commesso. E' nel testo in questione che non leggo tutto questo appiattimento, questa conservazione e questa staticità.
 
Top
sattanik84
view post Posted on 10/5/2010, 14:03




la logica del meno peggio, secondo me, non vale nel PRC, Grassi non è l'eletto ne il prescelto abbiamo tanti compagni capaci con tante idee che sono messi da parte solo perchè non leccano il culo...
 
Top
Soviet*Honour
view post Posted on 10/5/2010, 15:38




Appunto. Non è nè l'eletto nè il prescelto, ma è l'unico - a mio modo di vedere - che può "servire" in questo momento per cominciare a dare una spinta diversa al partito.
Il bertinottismo ha lasciato ancora profonde ed evidenti traccie.
 
Top
BrigataGaribaldi
view post Posted on 10/5/2010, 20:45




CITAZIONE (durruti @ 8/5/2010, 12:35)
sono d'accordo sul fatto che la totalità dell'analisi di Grassi è funzionale ad una riproposizione di una Rifondazione uguale a se stessa, forse un po' corretta, ma con la stessa formula , lo stesso linguaggio , la stessa struttura e il medesimo gruppo dirigente. in pratica la strada verso l'annicchilimento.
nessuna proposta innovativa verso le realtà esterne al partito, verso le formazioni a sinistra del prc solo un triste e trito tentativo di salvare la baracca con l'ennesima somma di sigle, ritenendo che Sel più Rifondazione possano tornare agli antichi fasti (?). emerge chiaramente, a mio giudizio, la volontà di salvaguardare due gruppi dirigenti bocciati da elettorato e corpo militante.

La spinta Grassi ce la da di sicuro...verso il baratro.
D'altronde....come si fa a non apprezzare un genio di tal portata?Responsabile organizzazione.
Uno che ci sa fare, i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
 
Top
RUDE*BWAY
view post Posted on 10/5/2010, 20:59




quoto garibaldi e settanik....
altro che grassi testa glorosia, braccia strappate all'agricoltura!
 
Top
rikycccp
view post Posted on 10/5/2010, 21:19




CITAZIONE (BrigataGaribaldi @ 10/5/2010, 21:45)
La spinta Grassi ce la da di sicuro...verso il baratro.
D'altronde....come si fa a non apprezzare un genio di tal portata?Responsabile organizzazione.
Uno che ci sa fare, i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

dare la colpa a grassi dello sfacelo del partito non è corretto, visto che è diventato responsabile organizzazione dopo la gestione bertinottiana e la sconfitta elettorale, quindi non ci si poteva aspettare facesse miracoli; quello che gli va rimproverato (lo dico da ex grassiano) è l'essersi piegato alla logica correntizia dopo che per anni ci si era opposti all'introduzione delle correnti nel partito, facendo braccio di ferro con ferrero per le nomine dei dirigenti locali e dei posti chiave nel partito mentre tutto sprofondava, quest'atteggiamento (intollerabile per un resposabile organizzazione DI TUTTO il partito non di una corrente sola), insieme alla gestione fiduciaria di essere comunisti (con la promozione nei territori dei dirigenti e dei quadri "fedeli"); fa a pugni con i buoni propositi che grassi elenca, che restano appunto solo buoni propositi.
 
Top
LokiTorino
view post Posted on 11/5/2010, 09:13




CITAZIONE (LokiTorino @ 4/5/2010, 09:50)
Manca ancora qualche aggiornamento, ma i dati del tesseramento del 2009 che allego a questo post possono essere considerati definitivi.
Come vedete gli iscritti sono 46449, pari al 65% dell’anno precedente.
Si tratta di un arretramento pesante che avevamo ampiamente previsto nella assemblea nazionale di Caserta il 7 e 8 novembre dello scorso anno (...).

La mia analisi.
Parto da un presupposto: divido il Grassi organizzatore dal Grassi teorico e dal Grassi correntizio.
Il Grassi organizzatore è mediocre, i risultati sono scadenti, la catena di comando sfilacciata, lui è poco energico, troppo lento, troppo "apparato", insomma, inadeguato ai tempi che corrono oggi.
Il Grassi teorico è sicuramente meglio, le sue analisi sono più lucide di altri, ma soffrono lo stesso del problema fondamentale del PRC: è anche lui un 1.0.
Il Grassi correntizio è eccezionale: ha preferito svuotare un partito per tenere dentro i suoi ai posti di comando, secondo una logica da Basso Impero.

Veniamo al documento che ho postato. Provo a ricalcare la suddivisione in punti tenuta da Grassi.

Grassi nel 2010 si accorge di quello che Idea Sherwood si era accorta nel 2006. Solo 4 anni di distanza! Il problema è che Grassi si accorge nel 2010 di come era la fotografia socio-politica del 2006!
Intanto sono passati quattro anni e le cose sono ulteriormente cambiate.
La politica non è in crisi, è in crisi il modello di politica che conosce Grassi, la sua mancanza di visione non è determinata dalla grossa confusione sotto il cielo, bensì dal suo vissuto che non gli permette di capire dove sta andando la partecipazione politica collettiva.
La società moderna autodistrugge ogni partecipazione collettiva alla politica, di conseguenza i partiti di forma tradizionale sono spariti o si sono adagiati su meccanismi vincenti. Ma quali sono più i partiti tradizionali? Se li analizziamo ad uno ad uno, scopriamo che a ben vedere è rimasta solo la premiata ditta PRC-PDCI, la Lega e l'UDC ad essere partiti di stampo vagamente tradizionale.
Il PDL è un mass-media di tipo nuovo, gestisce in maniera modulare il collante dei blocchi sociali di potere sotto la sua ala e produce consenso attraverso i media tradizionali.
Il PD è un insieme di lobby clientelari stratificate ereditate in parte dal PCI (centro Italia, Torino, etc.), in parte dalla Margherita, unite agli interessi finanziari di grossi potentati economici produttivi e non (FIAT, gruppo De Benedetti, Banche, etc.).
L'IDV è un comitato d'affari che ruota attorno alla figura di Di Pietro.
La SEL è un comitato d'affari che ruota attorno alla figura di Vendola.
Il M5S è un agglomerato di tipo nuovo costruito sul connubio molto "occidentalmente democratico" della partecipazione orizzontale condizionata al leader carismatico. Non a caso le idee le porta il capo, lo stesso che dirime le questioni salienti (leggasi assessorati).
I tradizionali, chiamiamoli così, che funzionano sono l'UDC, grazie alla sua fitta rete clientelare nel sud Italia, e la Lega che vince fondamentalmente grazie ad una tenuta interna encomiabile, una linea politica semplice, ultra lineare e in fase, una rete clientelare e un immaginario potentissimo.
Il PRC non funziona come partito tradizionale e non è in grado di svilupparsi in una nuova forma adatta al presente.
Perché non riesce a trasformarsi? Secondo me per due motivi, uno soggettivo e uno oggettivo. Il motivo soggettivo è perché gli stessi elementi che compongono il PRC hanno in testa modelli fallimentari e irraggiungibili di partito: chi pensa al partito massa, chi al partito d'opinione, chi al partito dei lavoratori, etc.
Il fattore oggettivo è che per muovere un partito da una posizione ad un'altra sono necessari due fattori: o una richiesta fortissima della base determinata da fattori esterni traumatici tali da richiedere un veloce cambiamento di rotta a 180° (tipo una guerra, un golpe, etc.) o un leader che faccia passare il guado al carrozzone.
Oggi nel PRC mancano entrambi i fattori, ergo è condannata all'immobilismo totale, inutile pensare di spostare il partito anche solo di un millimetro.

Qual è la risposta geniale di Grassi alla crisi della politica dei partiti tradizionali? La solita ricetta riscaldata dell'apertura dei circoli. Bene, il P*S lo diceva già 2 anni fa, dov'era Grassi in quel periodo?
Probabilmente ad organizzare una presa del potere in qualche federazione non completamente allineata.
Ma veniamo alla questione: come ha dimostrato il P*S, l'apertura del partito alla società non funziona se non si innescano due fattori ineludibili: marketing e clientelismo.
La proposta che portano avanti Piobbico e Ferrero sulle teorie di Mimmo Porcaro, ovvero quella della riattivazione collettiva della società tramite dell'innesco del P*S è completamente velleitaria e fuori dalla realtà. Soprattutto se non si prova a costruire nel contempo una narrazione collettiva di tale portata da sviluppare un effetto trainante. Ma le grandi narrazioni necessitano di un mito fondativo e di una grossa vittoria per svilupparsi. Solo che se tu lavori costantemente per smontare qualsiasi mito fondativo grazie al settarismo dogmatico (Garibaldi no, era cattivo - l'Italia no, è brutta - l'URSS no, erano mangiabimbi - la Cina no, è una dittatura - il SXXI di Chavez no, è un militare - etc.), se disinneschi ogni possibile vittoria internazionale e non produci uno straccio di vittoria da queste parti, beh, non fai molta strada.
Dunque la riattivazione sociale proposta dal P*S e ripresa in forma soft da Grassi non serve ad un cazzo se non hai dietro una macchina comunicativa enorme e non produci clientele seppur di tipo nuovo.
Senza contare che il risultato disastroso di Casapound al presidio del 7 maggio dimostra che la sola comunicazione non basta assolutamente per radicarti nella società.
Ad ogni modo mi fa morire dal ridere questo passaggio in particolare: "la formazione e il dibattito sulle grandi questione teoriche, storiche e internazionali. Perché se è vero che il giovane che si avvicina a Rifondazione comunista diffida giustamente di dogmatiche certezze, è altrettanto vero che vuole discutere “in profondità” i problemi che vive". Ma dove vive Grassi? Su Marte?

Il secondo punto descritto da Grassi parte bene, condivido il problema della frammentazione, ma lo condivido esternamente visto che per me la sinistra non si deve riaggregare ma deve sparire. Perlomeno la sinistra come è ipotizzata dal PRC, SEL e sinistra PD. Quella sinistra lì è un freno allo sviluppo di forze autonome realmente emancipatrici perché, come sostengono sia Preve che Losurdo, i "progressisti" nostrani sono ben lungi dal rappresentare le forze di emancipazione del popolo e dell'individuo.
Veniamo piuttosto al punto che ho trovato divertente: "i progetti per il momento sono diversi, ma sono tante le lotte che possiamo fare assieme se accantoniamo le “beghe dei piccoli orticelli”: raccolta di firme per il referendum sull’acqua; sostegno al mondo del lavoro; lotta al razzismo e a tutte le forme di discriminazione; difesa della Costituzione e dei valori della Resistenza".
Grassi, essendo responsabile nazionale dell'organizzazione, non conosce neanche la differenza tra tema e progetto! La raccolta firme per l'acqua è un progetto, il sostegno al mondo del lavoro è un tema che si deve tradurre in progetti realizzabili. Se partono così sono messi proprio bene.
E infatti anche nell'organizzazione del partito i militanti e i dirigenti non conoscono la differenza tra parlare di un tema e produrne dei progetti. Pensano ancora che parlare di quanto è brutto il precariato abbia la stessa valenza in termini di consenso di organizzare una cassa di solidarietà per i lavoratori precari.

Terzo punto.
Anche qua Grassi parte bene e poi si perde, per finire razzolando malissimo.
E' estremamente corretta l'analisi (vabbè, oramai lo sanno anche i muri) del meccanismo di subordinazione al governo Prodi. Ma giusto quello.
Come si sono accorti oramai quasi tutti qua sul forum, abbiamo di fronte una movimentazione politica che contrappone in maniera sempre più stridente due blocchi di potere antagonisti che si portano dietro due concezioni della politica differente.
Abbiamo al governo un blocco reazionario sotto attacco da un blocco tecno-oligopolista. Come un cane di Pavlov, Grassi e Ferrero rispondono alla chiamata degli oligopoli sulla base non di un'analisi bensì di un'identità: i reazionari lo sanno tutti, sono fascisti. Essendo il fascismo male assoluto, l'equazione è presto fatta: Berlusconi è il male assoluto.
Il problema è che a ben vedere, invece, non è assolutamente detto che la gestione del potere reazionaria sia peggio di quella oligopolistica. Perlomeno chi lo sostiene dovrebbe anche motivarlo in maniera chiara. Invece alla domanda di solito sono spallucce, timidi sguardi e qualche parola a mezza voce.
Chiediamocelo chiaramente: è peggio un governo reazionario o quello tecnocrate e oligopolista per i lavoratori italiani?
Io non sono così sicuro di quale sia il peggiore al momento. Di certo non mi basta la retorica antifascista per fare una scelta di campo magari suicida.

Chiudo la mia riflessione ponendo l'accento su un termine utilizzato da Grassi: "ricostruzione". Ma sto partito è sempre in ricostruzione? Quando mai finirà la sua ricostruzione e si sarà stabilizzato? Non è che oramai si utilizza quel termine per consuetudine e per eludere la vera natura dei problemi?
 
Top
view post Posted on 11/5/2010, 09:32




Come detto da Loki alcune analisi possono essere pure condivisibili, data la banalità e l'ovvietà dei fatti, solo che le conclusioni sono pessime, per il fatto che sono già riproposte e risultate perdenti.

Nulla di nuovo sotto il sole, anzi sotto il temporale.

Leggevo tempo fa un libro "forchettoni rossi" - la sottocasta della sinistra radicale.

Beh qui è descritto passo passo cosa avvenne nell'era bertinotti quando succedevano sconfitte e c'era il partito spaccato in due: governisti vs gruppettari.

Se sostituiamo ai governisti gli unionisti (quelli della casa comune di una sinistra che va da Sel a pcl e altri) si ripropone lo stesso giochetto.

Perdita elezioni - inizio di una battaglia referendaria dal difficile esito positivo - perdita del referendum per non raggiungimento del quorum per disinteresse dei partiti maggiori -virata teorica del partito verso posizioni più unitarie con la frase "c'è un pericolo bla bla..disinteresse ... da soli...bla bla", e soprattuto il punto fondamentale "ripartiamo dal lavoro fatto, da questa o quella percentuale di.... da come hanno funzionato i comitati... lo spirito unitario..." ripartenze immobili!

Grassi secondo me, avrà avuto meriti in passato, ma adesso è il meno predisposto a fare Organizzazione, e tralasciando il discorso di nomine e lotte di potere (tristissimo) non produce nulla.

Il suo profilo FB, che ha potenzialità pubblicitarie, è zeppo di video rock anni 70.

(anche) Questa la dice lunga.

Non sanno più che pesci pigliare perchè non conoscono minimamente questa società.
 
Top
rikycccp
view post Posted on 11/5/2010, 10:39




CITAZIONE (bixio_cv@hotmail.it @ 11/5/2010, 10:32)
Come detto da Loki alcune analisi possono essere pure condivisibili, data la banalità e l'ovvietà dei fatti, solo che le conclusioni sono pessime, per il fatto che sono già riproposte e risultate perdenti.

Nulla di nuovo sotto il sole, anzi sotto il temporale.

Leggevo tempo fa un libro "forchettoni rossi" - la sottocasta della sinistra radicale.

Beh qui è descritto passo passo cosa avvenne nell'era bertinotti quando succedevano sconfitte e c'era il partito spaccato in due: governisti vs gruppettari.

Se sostituiamo ai governisti gli unionisti (quelli della casa comune di una sinistra che va da Sel a pcl e altri) si ripropone lo stesso giochetto.

Perdita elezioni - inizio di una battaglia referendaria dal difficile esito positivo - perdita del referendum per non raggiungimento del quorum per disinteresse dei partiti maggiori -virata teorica del partito verso posizioni più unitarie con la frase "c'è un pericolo bla bla..disinteresse ... da soli...bla bla", e soprattuto il punto fondamentale "ripartiamo dal lavoro fatto, da questa o quella percentuale di.... da come hanno funzionato i comitati... lo spirito unitario..." ripartenze immobili!

Grassi secondo me, avrà avuto meriti in passato, ma adesso è il meno predisposto a fare Organizzazione, e tralasciando il discorso di nomine e lotte di potere (tristissimo) non produce nulla.

Il suo profilo FB, che ha potenzialità pubblicitarie, è zeppo di video rock anni 70.

(anche) Questa la dice lunga.

Non sanno più che pesci pigliare perchè non conoscono minimamente questa società.

Infatti grassi è un dirigente da vecchio PCI (l'ultimo PCI...), la società, la politica e la stessa rifondazione sono profondamente cambiate, questi stanno fermi alla fine degli anni '90 e nel migliore dei casi ai primi anni 2000 (G8, no global e compagnia cantante)
 
Top
48 replies since 4/5/2010, 08:50   720 views
  Share