I "rosso-bruni", vesti nuove per una vecchia storia

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RUDE*BWAY
view post Posted on 22/7/2010, 18:56




CITAZIONE
Non capisco questo passo"Questo però non significa voler trovare necessariamente una "sintesi" con "chiunque" e a tutti i costi"., o forse la provenienza di alcuni dalla destra radicale, come il sottoscritto, ti ricordo che è dal 1999 che facciamo politica nel mondo comunista, è un marchio, solo così hanno un senso "sintesi" e "chiunque", noi siamo Comunisti, e per questo non dovresti fare nessuna "sintesi" con "chiunque", o forse non ti riferivi a noi?

Significa che con "voi" tanto quanto altre anime della sinistra trovo ben pochi punti comuni sia nelle analisi che nelle pratiche quotidiane che ci prefissiamo.
Per questo parlo di "sintesi", ma se preferisci possiamo parlare di "convergenze".
Personalmente non cerco convergenze con "voi" tanto quanto non le cerco col PMLI o con Lotta Comunista, ma non certo per un problema di pedigree, quanto rispetto gli obiettivi prefissati.
Questo non significa che la nostra "idea" sia necessariamente qualitativamente migliore di altre, lo dimostrerà il tempo. Significa semmai che in base al percorso che ho/abbiamo scelto di fare scelgo i miei interlocutori in base a valutazioni che variano da situazione in situazione in base a determinate convergenze.
Poi sei libero di smentirmi, personalmente non ho alcun problema a rapportarmi dialetticamente con nessuno che si definisca COMUNISTA.
Quando poi, ovviamente, non sussistano i presupposti per convergenze, tattiche, strategiche e di intenti, non proseguo "tafazzianamente" alla ricerca "a tutti i costi" di una prospettiva comune con realtà differenti dalla mia.
Ciascuno con le sue strutture, coi suoi percorsi, e con la propria dignità politica.
Ad ogni modo ribadisco: ogni intervento che possa contribuire al dibattito in corso, è ben accetto e sei benvenuto.
 
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LokiTorino
view post Posted on 23/7/2010, 15:02




Caro Maurizio, il mio problema con voi è che siete troppo a sinistra rispetto a come la penso io.
Mi avete dato pure del Leghista a Roma!!!
 
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Eugenio Orso
view post Posted on 23/7/2010, 16:32




Su Evangelisti avrei qualcosina da dire ...

Scrittori del fantastico, inquisitori e bufale politiche di Eugenio Orso

La questione più importante potrebbe ben essere, oggi, il licenziamento da parte della Fiat nello stabilimento di Melfi, a Potenza, di lavoratori sindacalizzati e di rappresentanti sindacali della Fiom, ormai il solo sindacato che difende sul campo dalle vessazioni criminali degli agenti di un capitalismo finanziarizzato, onnipotente e mutante un milione e settecentomila lavoratori metalmeccanici, e disposto a dare battaglia ai macellai sociali impugnando i licenziamenti.

Tuttavia, mi è capitato di leggere un articolo, cortesemente inviatomi in formato elettronico dai Comunisti Comunitari di Roma, in cui il premiatissimo scrittore del fantastico Valerio Evangelisti molto in voga negli anni novanta con il suo inquisitore trecentesco Eymerich, ci avverte del gravissimo “pericolo rosso-bruno” dilagante anche qui, in Italia, e questo dalle pagine dell’ultimo numero del mensile di RC/ Liberazione “Su la testa”.

Il titolo dell’articolo in questione è I “Rosso-Bruni”: vesti nuove per una vecchia storia, ed è caratterizzato da robuste dosi di malafede, superficialità, settarismo, volontà di mettere tutti quelli che per qualche motivo “stanno sul gozzo” al furente neoinquisitore rifondarolo Evangelisti/ Eymerich sullo stesso rogo, per bruciarli a suon di menzogne.

Posso capire che dopo l’era istituzional-governativa-salottiera-mediatica bertinottiana – in cui sono stati fatti letteralmente fuori nel partito gli operai con i loro problemi concreti, sostituiti da abbondanti dosi di travestiti [e cocaina?], dalle unioni gay e dai “diritti umani” neoliberali, in cui la lotta di classe novecentesca è stata mandata in soffitta assieme agli imbarazzanti ritratti del Giuseppe d’Acciaio che tanto disturbavano il social-liberale Bertinotti, in cui hanno imperversato Luxuria con tanto di boa e lustrini e il gauchiste à la page Sansonetti sempre in televisione – la perdita di tanti comodi seggi in parlamento, nonché di posizioni di potere e privilegio che si credevano acquisite, possa mandare fuori di testa la “crema” politica rifondarola, assieme ai suoi intellettuali ed ai suoi illustri e brillanti scrittori.

Posso capire la delusione che ha fatto seguito al settimo congresso di RC, il quale ha incoronato segretario Paolo Ferrero, ex ministro dell’ex premier ex democristiano Romano Prodi, ma non ha certo prodotto grandi cambiamenti e non ha portato gli sperabili risultati in termini di ripresa del consenso nei sondaggi, essendo Ferrero un Bertinotti senza Bertinotti, o un Vendola senza Vendola, come hanno sostenuto malevolmente alcuni.

Posso capire che i resti di RC, dopo il vistoso echec nelle elezioni politiche del 2008, cerchino di “segnare” le differenze ideologiche con quelli che erroneamente sentono come potenziali concorrenti per “la pagnotta” [vista anche la totale inesistenza della loro azione politica e sociale], onde delimitare un sia pur piccolo territorio, una loro “riserva di caccia”, come fanno in natura gli animali con l’urina.

Quello che non posso ammettere è che attacchino un nemico secondario, o addirittura un falso nemico, puntandogli contro l’indice, distogliendo l’attenzione dal nemico principale in grande avanzata: il Capitalismo Transgenico a scorrimento liquido dei capitali finanziari, i suoi agenti strategici e tutto il codazzo sistemico dei suoi sub-agenti politici locali.

E non posso ammettere che qualcuno, probabilmente obnubilato dalle ripetute [e meritate] sconfitte subite in questi ultimi anni, metta insieme in modo intellettualmente disonesto, del tutto cialtronesco e capzioso l’ex generale vallone della SS Jean-François Thiriart e il grande filosofo hegeliano, libero allievo di Marx, Costanzo Preve, in una sorta di immaginario, inesistente fil rouge-brun che andrebbe dal nazismo del crepuscolo al Comunismo Comunitario, da Das Kapital al Mein Kampf.

Sono sciocchezze che hanno come scopo quello di sviare l’attenzione dalle rilevanti questioni culturali, politiche e sociali dell’epoca – alle quali sia Preve sia il sottoscritto, sia i comunisti comunitari prestano grande attenzione – , questioni che i rifondaroli non sono stati capaci di affrontare, o non hanno voluto farlo ritenendo più “pagante” ripiegare su un comodo ruolo di “ascari” sistemici, disinteressandosi della sorte dei subalterni.

Queste sciocchezze hanno anche lo scopo di diffamare gratuitamente e personalmente grandi pensatori come Costanzo Preve, ed un intellettuale e scrittore di mestiere come Valerio Evangelisti, che fra l’altro è l’autore dell’articolo, non può non saperlo.

Evangelisti ha fatto lo sforzo di leggere qualche opera di Costanzo Preve – che ha pubblicato fino ad ora oltre cinquanta libri – prima di “condannarlo al rogo” senza appello?

Ha letto i molti libri critici ed innovativi che Preve ha scritto sul pensiero originale di Marx e sul marxismo, quali ad esempio Marx inattuale e Storia critica del marxismo?

Conosce quella che è la concezione personale e originale di Preve del comunitarismo, non certo “reazionaria” e organicistica [Elogio del comunitarismo, il suo manifesto comunitarista, eccetera]?

Ha letto l’importante trilogia filosofica del pensatore di Torino dedicata all’Etica, alla Dialettica e al Materialismo?

Ha letto, infine, Il Popolo al Potere in cui Preve ci offre un’originale visione della democrazia, non certo di tipo statico-burocratico-istituzionale bobbiano, ma essenzialmente dinamica e da intendersi come un lungo e difficoltoso percorso storico di emancipazione?

E’ certo, infine, che si tratti di meri “opuscoli” di propaganda nazimaoista mascherata, che non merita neppure leggere, come evidentemente ha fatto il pregiato scrittore del fantastico?

E’ sufficiente leggere i molti documenti di Preve presenti in rete e consultabili gratuitamente per capire l’inconsistenza del “teorema” di Evangelisti, il quale, per altro, si rifà a quanto scritto da altri in documenti a loro volta disponibili in rete.

Per quanto riguarda il fatto che la questione sociale, da intendersi principalmente come lotta di classe fra dominanti e dominati, è stata eliminata dall’agenda di questi presunti “rosso-bruni”, posso confermare che Costanzo Preve ha firmato assieme al sottoscritto un libro che presenta un’ipotesi sulla nuova struttura di classe del capitalismo contemporaneo [C. Preve - E. Orso, Nuovi signori e nuovi sudditi, Petite Plaisance Editrice, Pistoia, anno 2010] … altro che disinteresse per il dato sociale, le condizioni di vita dei subalterni e la lotta di classe anticapitalistica!

Posso assicurare che Costanzo, infine, non ha mai smesso di essere libero allievo di Marx, il cui pensiero studia ed interpreta con grande lucidità ed onestà intellettuale da almeno trent’anni, mentre non mi risulta che citi spesso il Mein Kampf di Hitler o Il mito del XX secolo di Rosenberg, o ancora il Dughin euroasiatista …

Mi sembra evidente che Evangelisti, a differenza di quanto faceva la sua creatura letteraria Eymerich nei romanzi [che lo scrivente ha apprezzato, fra l’altro], non si prende neppure la briga di leggere ciò che scrivono quelli che con tanta leggerezza diffama, condannandoli al rogo, e neppure gli importa se sono veramente “colpevoli”, perché tanto lo ha già stabilito a priori, prima del processo.

Noi non siamo certo “Rosso-Bruni”, non ci riconosciamo in questa definizione superficiale, delegittimante e “inquisitoria”, e meno di tutti lo è Costanzo Preve, all’estero conosciuto come il maggior interprete italiano vivente del pensiero di Karl Marx, assieme a Domenico Losurdo, cioè proprio di quel pensiero che gli intellettuali e pregevoli scrittori rifondaroli sembrano avere da tempo letteralmente gettato nel cesso.

Ma se è certo che noi non siamo “Rosso-Bruni”, è altrettanto certo che Evangelisti è rosso … però di vergogna.

Ad infima, Eymerich!

 
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RUDE*BWAY
view post Posted on 26/7/2010, 16:40




visto il vespaio scatenato, per onestà di cronaca riporto una risposta a Evangelisti della redazione di Comunismo e Comunità visionabile sul loro sito.

Pur rimanendo, personalmente, convinto delle differenze che mi separano da quest'area, non posso che plaudire ai toni decisamente costruttivi, pacati, che si differenziano da molti altri comunicati letti finora.

link


Alla fine di Giugno sul numero 5 di “Su la testa“, inserto mensile di “Liberazione”, organo del Partito della Rifondazione Comunista, è apparso un articolo firmato da Valerio Evangelisti dal titolo “I rosso-bruni: vesti nuove per una vecchia storia”, (articolo successivamente ripreso sul sito carmillaonline.com). Nelle battute finali dell’articolo, dopo una rassegna di approcci politici considerati frutto di qualche tipo di sintesi tra estrema destra-estrema sinistra, tra i sospetti di tale tipo di pensiero è stato citato anche Costanzo Preve e – così si legge – il “suo sito”, chiamato “Comunismo e libertà”.

Specifichiamo anzitutto che il sito cui Evangelisti fa sicuramente riferimento si chiama “Comunismo e Comunità” e non è il sito “di Preve”, bensì uno spazio virtuale condiviso da un gruppo di persone, tra cui Preve stesso, riunite in quello che si può definire non assolutamente un gruppo politico, bensì un laboratorio di idee e proposte per rilanciare su basi solide un pensiero ed una pratica anticapitalistici, basati sul pensiero di Marx.

Che non si tratti e non si possa trattare di un gruppo politico è facilmente verificabile dal fatto che i suoi membri fanno riferimento a militanze, simpatie politiche o aree culturali differenti, tutte situate nella sinistra radicale.

Diverso è ovviamente il tema della “provenienza”. Come Evangelisti sa in parte (perché a volte sbaglia), alcune delle persone che partecipano a questo laboratorio anni addietro hanno militato in formazioni dell’estrema destra. I loro nomi e le loro storie politiche personali sono a tutti noti. Nulla è stato nascosto, e queste persone hanno compiuto un percorso individuale trasparente che le ha condotte a rigettare la loro precedente collocazione tramite una sofferta autocritica (sofferta perché variamente pagata sulla propria pelle, anche a duro prezzo). Ciò per altro non è un fenomeno nuovo nella storia del movimento anticapitalista.

Il percorso che ha portato queste persone alla militanza comunista – del tutto controcorrente in un’epoca che vede ricompensati passaggi in senso opposto: dalla sinistra alla destra – è stato oggetto di discussioni non reticenti. Gli altri partecipanti, infatti, sono persone che da sempre sono impegnate nell’area comunista e hanno storie personali e persino familiari che non permetterebbero loro di accettare nessun tipo di compromesso col fascismo o con alcuna delle sue singole espressioni, come il nazionalismo, il razzismo e l’antisemitismo. Elementi rifiutati anche dai più giovani che si sono avvicinati alla riflessione politica in tempi più recenti e non hanno pertanto pedigree di sorta da “esibire”.

In questo contesto il pensiero di Costanzo Preve è visto come una serie di domande aperte alle quali ognuno dei partecipanti al laboratorio si sente in dovere di rispondere, non per deferenza ad un “maestro”, bensì per la loro pregnanza e importanza per il rilancio di un movimento comunista. Sicuramente l’elaborazione previana mette in crisi alcune strutture concettuali e certezze ideologiche non solo del mondo culturale generico (quanto composito) della sinistra italiana ed europea, ma della stessa galassia marxista. La sua originalità interpretativa nella lettura degli aspetti culturali e filosofici dell’attuale capitalismo occidentale, della parabola gloriosa e insieme autodistruttiva del comunismo storico novecentesco, degli aspetti dissolutivi della cultura dominante integrata in vario modo nelle sue versioni di destra e di sinistra entro le coordinate del pensiero unico capitalistico, con tutto il suo corollario ideologico, richiede uno sforzo di riposizionamento che si può volere o non volere intraprendere.

Tutto ciò ci è ben noto ed è noto allo stesso Preve. Ma tutto ciò non c’entra assolutamente nulla con le fantasie rossobrune, non c’entra nulla con tentativi di mischiare le acque della destra con quelle della sinistra, non c’entra nulla con fantasmatiche teorie sintetiche. L’analisi di Preve, con tutte le sue specificità e modalità che a volte non sono condivise all’interno del nostro laboratorio, si colloca al 100% all’interno di una tradizione comunista di lunga durata, se per comunismo di lunga durata intendiamo l’inclinazione a pensare ad un organizzazione sociale strutturalmente solidale, egalitaria e che superi lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e la brutale conflittualità intrinseca del capitalismo.

Il concetto di “comunitarismo”, in Preve, non ha evidentemente nulla a che vedere con la “comunità del sangue e del suolo”, né con un qualche superamento identitario della divisione in classi. Al contrario, il problema che si pone Costanzo Preve è quello di superare l’impasse epocale in cui la visione escatologica del “soggetto rivoluzionario” ha fatto finire il movimento anticapitalistico. Un soggetto per altro identificato via via in modi differenti dal movimento comunista nel corso della sua parabola centenaria.

Alcuni dei partecipanti al laboratorio credono che l’elaborazione di Preve sia condivisibile e politicamente propositiva; altri pensano invece che, ad esempio, il concetto di “comunità” sia immaturo oppure non sufficientemente “strutturale”, come lo erano invece i concetti marxiani di “classe” e quello di “lavoratore collettivo cooperativo”, il soggetto che per Marx doveva, a causa delle contraddizioni sociali del capitalismo, abolire lo “stato di cose presenti”.

Ad ogni modo è proprio l’abolizione dello stato di cose presenti, ovverosia dell’alienazione economicista del capitalismo, ciò che ci lega ineluttabilmente al progetto comunista, nelle sue glorie così come nelle sue disfatte.

Che possano esistere nel variopinto panorama dei gruppuscoli politici e culturali, isolati tentativi “rossobruneschi” (categoria inefficace ma che usiamo per semplificazione) di unificare elementi caratteristici della tradizione politica di “estrema destra” ad elementi caratteristici della tradizione politica di “estrema sinistra”, o di fascismo e comunismo, non lo neghiamo affatto. Sarebbe anzi interessante, se si volesse realmente intraprendere una seria inchiesta su tali mondi, capire le ragioni sociali, economiche e politiche che creano quel vuoto di analisi e di presenza fisica e culturale sul territorio che permette all’estrema destra, nelle sue diverse facce, di fare proseliti anche tramite l’abuso di tematiche proprie della tradizione socialista e comunista (in parte la Lega è un tal frutto).

Ma lasciamo per ora da parte questo problema ed entriamo brevemente nel merito di alcune questioni sollevate. Innanzitutto non pensiamo che sia un crimine riconsiderare la storia del “soggetto rivoluzionario” della tradizione marxista, cercando di applicare ad essa proprio il metodo analitico di Marx. Si può opinare sulla correttezza dell’approccio e dei risultati, ma è meglio astenersi da accuse di carattere inquisitorio che evitano l’argomento con riferimenti dogmatici ad una “classe” che non si è più in grado di descrivere politicamente e storicamente; perché così non si fa un passo avanti nel superamento dell’impasse, ma ci si avvita ancora di più nella crisi. E neppure riteniamo sensato ascrivere a priori al pensiero di destra il concetto di “comunità”. In primo luogo perché sarebbe un bel regalo, e in secondo luogo perché i movimenti della sinistra radicale hanno da tempo cercato di rielaborare questo concetto in termini antagonistici, senza contare i riferimenti che si possono trovare in Marx stesso.

Parimenti, non capiamo quale sia lo scandalo nel considerare particolarmente pericoloso in questa fase l’imperialismo statunitense, cioè la politica estera della più grande potenza militare del mondo. Siamo convinti che non possa affatto esistere antimperialismo senza anticapitalismo. Al contrario pensiamo che l’antimperialismo sia una declinazione dell’anticapitalismo (e quindi siamo lontani da qualsiasi ipotesi “euroasiatista” o similare). Ciò non toglie che riteniamo indispensabile riuscire a condurre la pratica politica contemporaneamente su entrambi i piani della realtà capitalistica: quello orizzontale del conflitto interimperialistico e quello verticale del conflitto sociale. In questo, siamo convinti, risiede l’insegnamento più profondo della genialità politica di Lenin. Ma proprio su questo ci riteniamo assolutamente in ritardo e carenti. Ad ogni modo, per lo meno ci poniamo il problema. Sicuramente non è possibile porselo con la santificazione preventiva di Barack Obama, che non è altro che un modo per nascondere la realtà.

Tornando alle persone, suona persino strano che Evangelisti abbia voluto tacciare di “rossobrunismo” una persona come Costanzo Preve, la cui storia politica è nota a chiunque conosca il milieu dell’estrema sinistra italiana dagli anni ‘60 in poi, così come è nota la sua attuale posizione critica, sia politica sia filosofica, verso questo stesso ambiente con il quale continua comunque a mantenere contatti personali, basti pensare non solo alla sua amicizia con Paolo Ferrero ma anche alla stima di fondo – diremmo “etica” – che pur nella diversità e nella polemica politica e teorica Preve non ha mai negato all’attuale Segretario di PRC. Un attacco, quello di Evangelisti, che di fatto è sterile e del tutto gratuito, contro un vecchio militante che ancora scrive: “E’ ovvio che per questa ragione biografica io continui a considerare l’estrema sinistra con un occhio di attenzione e di riguardo. In fondo, sono sempre (ed anzi sempre di più) «comunista» anche se non nel senso di Ferrero e di Diliberto”.

Per concludere, spiace essere costretti a ripeterlo per l’ennesima volta, ma non ci sono né “complotti” né “infiltrazioni”. E’ tutto leggibile in chiaro sul sito comunismoecomunita.org a partire dalla voce “Chi siamo”. Tutto contestabile ma tutto in chiaro. E vogliamo sperare che anche le contestazioni siano in chiaro, relative al merito e non serpeggianti tramite rimandi obliqui.

Sui contenuti che esprimiamo ci piacerebbe ricevere giudizi, critiche e suggerimenti, perché l’apertura al confronto con chi si pone l’obiettivo di mettere in discussione lo stato di cose presenti è parte dello scopo del nostro laboratorio.

Al contrario, non abbiamo nessuna simpatia per la filosofia della Santa Inquisizione, in cui l’accusa diventa prova e “conversione” è sinonimo di “ammissione”.

Su queste e non altre basi speriamo quindi in una disponibilità al dialogo.

La Redazione di Comunismo e Comunità
 
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rikycccp
view post Posted on 26/7/2010, 18:55




bella risposta
 
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RUDE*BWAY
view post Posted on 26/7/2010, 19:22




si, decisamente migliore delle altre lette finora.
 
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LokiTorino
view post Posted on 28/7/2010, 11:26




iniziano le rettifiche...

poveracci, presi a calci in culo a suon di avvocati...

http://www.radiocittaperta.it/index.php?op...d=4733&Itemid=9
 
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stalinlover
view post Posted on 28/7/2010, 11:30




questo per la serie: come rendersi RIDICOLI.

Ma soprattutto: come far buttare soldi ai tesserati e mettere in fuga i simpatizzanti
 
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187 replies since 19/7/2010, 10:50   3031 views
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