Manfr |
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| Io distinguerei tra tanti aspetti.
L'impostazione geopolitica di La Grassa e di Eurasia, che passano dal discorso di classe a quello nazionale, è interessante e a tratti può essere utile, ma non è certo una strategia "socialista": è (sterilmente) anticapitalista nel primo caso e (più costruttivamente, ma comunque sempre passivamente ) antiamericana nel secondo caso. E' tutto condivisibile ? Io credo di no, non riesco a condividere il berlusconismo lagrassiano e neanche il "il nemico del mio nemico è mio amico" di Eurasia mi convince in molti casi (a partire dall'Iran).
Tuttavia, Eurasia è uno dei pochi periodici italiani che si dedichi estensivamente all'analisi, ad esempio, dell'Asia Centrale, per dire, e anche l'eurasiatismo in quanto pensiero complesso (da notare che comunque Eurasia come rivista si prefigge solo analisi scientifica, seppur ovviamente "biased", il CPE è un'altra cosa) ha spunti interessanti. Il punto è che, senza paranoie di infiltrazione, gli spunti sono fatti per essere colti: Zizek prende spunti da Heidegger, Laclau da Schmitt e un professore ungherese liberale e ex dissidente che ho conosciuto alla Summer School parla proprio di spazio eurasiatico. Indi per cui, trovare interessanti, o finanche condivisibili, alcuni spunti di riflessione di ambienti anche lontanissimi dalla nostra prospettiva (nostra in senso ampio di supporters di ciò che resta della sinistra socialista e comunista) non è certo un crimine. Basta sapere quel che si è, e regolarsi di conseguenza.
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