io metterei G. Maria Angioy ma verrei tacciato di indipendentismo:
"Anche in Sardegna erano giunte le nuove idee che avevano animato la Rivoluzione Francese. Certamente l'Angioy aveva letto le opere degli enciclopedisti, di Voltaire, Montesquieu e di Rousseau. Tra la nascente borghesia sarda circolavano, per lo più clandestinamente, opuscoli e pamphlet politici francesi o di ispirazione rivoluzionaria. Le idee della Rivoluzione francese influenzarono molto il suo pensiero, Angioy era fermamente convinto della necessità di combattere la tirannide, allora nell'isola espressa dal feudalesimo operato dai Savoia a danno dei Sardi."
Emilio Lussu:
Emilio Lussu (Armungia, 4 dicembre 1890 – Roma, 5 marzo 1975) è stato un politico, scrittore e militare italiano.
"... Alla fine della guerra (1919), insieme a Camillo Bellieni ed altri reduci, Lussu fondò il Partito Sardo d'Azione, da subito connotato come movimento autonomista e federalista, che pose al centro della sua azione politica la "questione nazionale sarda". Fu un movimento di massa che coinvolse i contadini e pastori sardi in nome della distribuzione delle terre e dei pascoli, contro i ricchi possidenti agrari e i partiti politici da loro sostenuti e prese linfa soprattutto dall'Associazione Nazionale Reduci e Combattenti di cui praticamente tutti gli aderenti sardi vennero iscritti d'ufficio al nuovo partito. Il partito fu munito di personalità giuridica e venne formalmente costituito nel 1921, con l'obiettivo non certo accessorio di contrastare la crescita del movimento dei Fasci. Inizialmente Lussu fu incaricato di trattare una eventuale fusione tra il Partito Sardo d'Azione e il Partito Fascista, ma nel corso delle trattative, per motivi che la storiografia non è riuscita a chiarire con esattezza, si ritirò dall'incarico (il prefetto fascista Asclepia Gandolfo scrisse a Mussolini che Lussu si era ritirato poiché non gli era stata garantita una funzione di rilievo nel fascismo sardo). La fusione tra Partito Sardo d'Azione e Partito Fascista fu portata avanti da altri esponenti come Paolo Pili, ed ebbe parzialmente successo, ma non ebbe l'appoggio di altri intellettuali e dirigenti del partito come Camillo Bellieni, Francesco Fancello e lo stesso Lussu. Nello stesso anno Lussu fu eletto alla Camera dei deputati e fu in seguito tra i deputati della "secessione aventiniana", famosa forma di protesta dopo il delitto Matteotti.
Nonostante una prima sottovalutazione del fenomeno fascista, la sua posizione fu in seguito tra le più radicali e nette.
« In quest'ultimo caso, fu consapevole che la vittoria sarebbe stata raggiunta (come in effetti fu) soltanto militarmente: da qui l'organizzazione degli Arditi del popolo contro gli squadristi fascisti; la progettazione di un'insurrezione antifascista e repubblicana in Sardegna; l'intervento nella guerra di Spagna con le Brigate internazionali e la partecipazione alla lotta di liberazione nel Partito d'azione.[4][5] »
« Emilio Lussu scriveva che gli ex combattenti erano tutti dei socialisti potenziali: avevano maturato una concezione internazionalista in trincea… Per capire la contraddittorietà, ma anche la sincerità di quelle tensioni ideali, pensa alle simpatie che la rivoluzione Russa riscuote tra molti legionari Fiumani!… Si tratta di una pagina di storia che poi è stata “accomodata” e nascosta, ma fa pensare… Perché per il fascismo era importante appropriarsi anche dell’esperienza Fiumana? È semplice: perché il fascismo non aveva la storia del partito socialista, non aveva dietro di sé la cultura cattolica del partito popolare, non aveva neppure le vecchie tradizioni risorgimentali dei liberali; si trattava di un movimento nuovo, che si muoveva solo nella logica della presa del potere, privo di solide radici ideologiche o simboliche, che cercava di “mettere il cappello” ad un’ampia fetta di popolazione in cui era percepibile un disagio istintivo… Il fascismo aveva, insomma, l’esigenza di appropriarsi di una “storia” altrui, non avendone una propria… »