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| CITAZIONE (rikycccp @ 29/7/2010, 15:48) CITAZIONE (lisergic @ 29/7/2010, 15:19) Riky, è un interpretazione totalmente errata. Cesare fu il precognitore della costituzione di una monarchia di tipo ellenistico, mentre a richiamarsi ai valori repubblicani erano più che altro personaggi quali Cicerone (il quale si, richiama totalmente la memoria del Censore).
Ripeto, le vicende di quel periodo sono estramemente specifiche e cercare di riportarle, anche solo con valore simbolico, alla situazione attuale, lo ritengo un errore. aspetta non fare confusione, Catone il Censore ai suoi tempi difende la piccola proprietà terriera dall'aristocrazia e la repubblica romana e i suoi valori (comunità, sacrificio, dedizione) dalle influenze orientali allora di gran voga fra le classi dirigenti; nella sua opera storica l'unico personaggio di cui viene citato il nome è il tributo militare Quinto Cedicio, che diventa simbolo di tutto il popolo romano e del suo sforzo collettivo rifiutando così la personalizzazione della storia allora in voga,la sua inoltre è la più antica opera storica in latino, le altre erano scritte in greco, non è da escludere che senza di lui il greco avrebbe potuto soppiantare il latino come lingua scritta... Cesare è tutt'altra cosa, cesare fu dittatore non monarca, parlare di monarchia a roma era un delitto; cicerone era un opportunista essendo entrato da poco nella classe senatoria ne era il più zelante difensore, scrisse delle odi anche a cesare... Guarda a me affascinano, in modo diverso, sia Catone, sia Cesare, sia Cicerone. Ma sono tre personaggio diversi ed è troppo riduttivo e superficiale ridurli ad una simbologia utilizzabile nell'attuale, perchè la loro opera politica e culturale è totalmente relativa ai tempi in cui vissero. Catone è il difensore della romanità pura, dei valori della terra e dell'agricoltura visti in senso giustamente utilitaristico e non idealistico, ed è contrario alla compenetrazione ellenistica nel mondo romano (anche se conosce ed utilizza benissimo le tecniche e gli schemi retorici greci). Ma è indubbio che a lui si richiami Cicerone e non Cesare (il Cato maior de senectute). E' storicamente accetato inoltre, che Cesare è il precognitore della svolta imperiale, l'anticipatore di Ottaviano/Augusto e il primo che teorizzò il passaggio dal regime repubblicano a quello del principato. E' indubbio che in questo egli si richiamò alle monarchie di tipo ellenistico nella quale il princeps aveva valore assoluto (non è un caso che alla loro morte gli imperatori romani, tranne quelli che ricevevano la damnatio memoriae, venivano divinizzati). In questo senso non è possibile dire che è Cesare il personaggio che richiama i valori repubblicani, quanto più che altro sono i cesaricidi a farlo (e Cicerone fu in ciò il loro simbolo) (ah, le orazioni cui ti riferisci, le "Cesariane" sono tutte tranne che una bassa adulazione a Cesare, quanto più che altro una richiesta di amnistia per i pompeiani; al di la delle rivalità politche, c'era un profonde rispetto tra Cicerone e Cesare). Andando a quagliare, sono d'accordissimo nel richiamare i valori più profondi della romanità, e in particolare il loro senso della concretezza. Ma trovo sbagliato, discettare su quale sia il personaggio che più si avvicina a noi. Perchè, proprio per l'enorme complessità della storia romana, non ce n'è nessuno che possa fare al caso nostro.
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