CITAZIONE (babeuf @ 31/7/2010, 18:45)
Di fatto , sotto questo aspetto, Preve torna a prima del marxismo. Il pensiero di Marx è una critica della filosofia, in Preve c'è l'esaltazione della filosofia. Nulla di male, solo che dopo secoli di Marx (e Nietzche) diventa difficile un'operazione del genere..
Il ragionamento di Preve è, secondo me, molto attinente alla fase attuale.
Mi spiego.
Nel capitalismo di inizio 1800, quello che potremmo definire "classico" (anche se Arrighi mostra come il capitalismo classico sia più quello veneziano di inizio 1400 che quello inglese o tedesco del XIX secolo), la borghesia si autorappresenta come classe intermodale, portatrice storica dell'emancipazione umana.
La filosofia, in mano alla borghesia, ne diventa strumento di legittimazione.
In questo contesto, giustamente, Marx contesta la filosofia. La prende in blocco (Hegel) perché sa che la filosofia borghese è comunque un elemento che non va eliminato ma superato (come il capitalismo d'altronde) e la gira a testa in giù, per mettere in alto ciò che stava in basso. Una sorta di ribaltamento della piramide di classe.
Questo passaggio è fondamentale per l'emancipazione dell'uomo, Marx fa bene a fare quello che fa.
Ma siamo nel 1850 circa.
Oggi, il capitalismo ha superato filosoficamente la fase borghese, non è più un prodotto emancipatore di una classe sulle altre.
Di conseguenza la filosofia perde il suo valore di gendarme della borghesia (con buona pace di Kevin), in quanto la stratificazione di classe ha reso il dominante oggi troppo complesso per essere sviluppato simbolicamente in un solo soggetto di classe che si legittima e rappresenta come portatore di progresso.
La filosofia moderna supera il duopolio borghesia/proletariato (duopolio filosofico che mi azzerderei a definire storicamente fittizio, ma ne possiamo discutere) e costruisce il sistema sulla speculazione della merce (Preve definisce il capitalismo di oggi un "capitalismo speculativo").
Non è un caso che l'impostazione filosofica vincente nel carrozzone sistemico è quella del pensiero debole e le altre riduzioni relativistiche che, come detto giustamente nel testo, producono un solo assoluto: la merce.
Per questo che Preve propone il superamento della visione che aveva Marx ai tempi suoi sulla filosofia per tornare ad un pre-stadio (o un post-stadio) sicuramente più utile per sviluppare un sistema di idee-forza tale da affrontare questa nuova fase multipolare.
Perché oggi la filosofia è sì sistemica, ma il sistema non è più retto dalla borghesia del XIX secolo.