CITAZIONE (Lepontico @ 3/10/2010, 23:41)
Lo è stato nel passato, è tuttora festa nazionale, i bambini a scuola imparano che cosa è stata la Resistenza e che significato ha il 25 aprile, ogni comune fa la celebrazione civile. Tutto questo è pochissimo, in gran parte dei casi è solo retorica stanca, ma proprio per questo è da irresponsabili attaccare quel poco che si ha con discorsi da Lotta Comunista o da "fascista di sinistra". E' sulla base di quel poco che occorre valorizzare ulteriormente quei simboli e farne elemento "patriottico". Qui si è cominciato a dire che il 25 aprile è data simbolo di divisione tra italiani: sto cazzo, è la data che simboleggia la rinascita dell'Italia, che poi quel processo progressista sia stato interrotto è un'altra faccenda, ma è un discorso simile a quello già fatto sul Risorgimento. Anche il Risorgimento è da attaccare perché segna una divisione politica tra italiani?
Ciccio bello non giocare con le parole con me.
Se sostieni che il 25 aprile E' OGGI un collante di massa, poi non puoi tirare fuori che lo era in passato e ora si hanno residui.
Delle due l'una.
Sono d'accordo che oggi abbiamo briciole e una rappresentanza (stanca e appassita) istituzionale. Ma basta lì.
La gente il 25 aprile va a fare il ponte a Varazze, non prega la religione laica della Resistenza.
Come ti dicevo prima tendi a confondere la realtà con i tuoi desiderata.
Niente di male per carità, anche perché in buona parte li condivido pure, però se parliamo di realtà non stiamo nel regno magico della fantasia.
CITAZIONE
E' una risposta ad una frase che in sostanza diceva "ma quale liberazione se tanto siamo sotto l'ombrello Nato", cioè la tesi vecchissima dei vetero e neo fascisti. La liberazione c'è stata realizzando lo scopo che la Resistenza si era prefissata, cioè la sconfitta del nazifascismo; quindi poco spazio a chi vuole ridicolizzarla.
Lettura in malafede. Il problema della Liberazione è nell'utilizzo del suo mito non nel gesto in sè.
E' lì che non riesci a scindere le due cose.
La Liberazione è stato un atto dovuto e necessario, quindi nessuna critica a chi l'ha compiuta. Il problema viene dopo, nell'utilizzo di questo fattore per giustificare l'ingiustificabile: non siamo liberi per un cazzo.
La critica è a chi ha consapevolmente coperto la servitù italiana agli USA utilizzando la Liberazione come deterrente.
Si parla di ben altro, e il tuo nazifascismo non c'entra un bel niente.
CITAZIONE
Non mi pare che negli ultimi decenni l'Anpi si sia posto il problema della sovranità nazionale. Ma soprattutto che cosa ci si può aspettare da un organismo che a livello periferico (cioè dove nella realtà agisce come organizzazione) è allineato o è composto in gran parte da membri del PD? Non credo che ci sia qualcuno che prende in seria considerazione delle prese di posizione dell'Anpi di valore "politico" o partitico. L'Anpi dovrebbe per me essere sorattutto un veicolo di diffusione di valori e sentimenti patriottici, l'organizzazione di chi settant'anni fa ha liberato l'Italia e che ora dovrebbe essere impegnata a ricostruire quei valori di appartenenza nazionale.
L'Anpi il problema della sovranità nazionale se l'è posto eccome, a partire dal nome della sua rivista ufficiale.
Ma, come precedentemente, confondi la realtà: l'Anpi come organica al PD e quindi allineata alla sua concezione "macro" di stato nazionale e sovranità, con i tuoi desiderata: l'Anpi che si occupa di cultura nazionale e patriottica.
CITAZIONE
La Resistenza lo è stata eccome. Poi la crisi delle ideologie e il politicamente corretto hanno cominciato a porre il problema dei poveri fascisti che hanno perso la guerra. Quasi tutti gli stati nazionali moderni nascono da rotture, guerre, rivoluzioni, con vincitori e vinti; eppure solo in Italia la parte del torto (cioè i vinti) fa nascere discussioni inutili su quanto siamo divisi, disgregati ecc.
Cominciamo a porre dei paletti, come è stato fatto a partire dalla Liberazione, e su quelli costruiamoci una religione civile in cui tutti i cittadini possano riconoscere un elemento comune di identità.
Il tuo ragionamento è corretto ma secondo me pecca di un ulteriore passaggio: perché da noi la crisi delle ideologie e il politicamente corretto hanno indebolito l'immaginario uscito dalla seconda guerra mondiale e, ad esempio, in Francia o Germania (o Russia) no?
Non è forse che qua dalle nostre parti l'Atlantismo è l'unica religione laica della politica (insieme al Sionismo) e che quindi non c'è spazio per altro?
Non è forse che l'accelerazione di questo processo è avvenuta dopo mani pulite, ovvero dopo il cambio coatto di una gran fetta di quadri politici che, sì erano fedeli USA, ma che mantenevano comunque un profilo culturale indipendente da quello dei propri padrini politici?
E si ritorna sempre lì: il peggior nemico oggi per l'Italia sono gli USA.