Posts written by Kalashnikoba

view post Posted: 7/1/2011, 00:26 uscito il primo numero della rivista SOCIALISMO XXI - Teoria e Formazione
se gratis mi vorrei aggiungere anch'io se sono avanzate copie. Famme sapè.
view post Posted: 5/9/2010, 00:49 Presentazione - Presentazioni
Benvenuto anche qui, buone letture!
view post Posted: 31/8/2010, 18:00 Gheddafi di nuovo a Roma - Politica interna

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La delegazione italiana riceve con tutti gli onori il presidente Sauron della Repubblica Popolare di Mordor. Sconcerto nella fazione pro-Hobbit del governo sull’affermazione di Sauron: “Stolti umani, sarete presto miei schiavi.”
view post Posted: 30/8/2010, 20:52 Gheddafi di nuovo a Roma - Politica interna
Gheddafi, un circo che ci umilia
Nessun'altra diplomazia occidentale tollera e incoraggia gli eccessi pittoreschi di un dittatorello e degrada la propria capitale a circo. Ci dispiace anche per il presidente del Consiglio, la cui maschera italiana si sovrappone ormai a quella libica, indistinguibili nel pittoresco, nell'eccesso, nella vanità, nel farsi soggiogare dalle donne che pensano di dominare
di FRANCESCO MERLO

Gheddafi, un circo che ci umilia

ANCHE ieri c'era il picchetto in alta uniforme ai piedi della scaletta dalla quale sono scese due amazzoni nerborute e in mezzo a loro, come nell'avanspettacolo, l'omino tozzo e inadeguato, la caricatura del feroce Saladino. Scortato appunto da massaie rurali nel ruolo di mammifere in assetto di guerra. E va bene che alla fine ci si abitua a tutto, anche alla pagliacciata islamico-beduina che Gheddafi mette in scena ogni volta che viene a Roma, ma ancora ci umilia e davvero ci fa soffrire vedere quel reparto d'onore e sentire quelle fanfare patriottiche e osservare il nostro povero ministro degli Esteri ridotto al ruolo del servo di scena che si aggira tra le quinte, pronto ad aggiustare i pennacchi ai cavalli berberi o a slacciare un bottone alle pettorute o a dare l'ultimo tocco di brillantina al primo attore.

È vero che ormai Roma, specie quella sonnolente di fine estate, accoglie Gheddafi come uno spettacolo del Sistina, con i trecento puledri che sembrano selezionati da Garinei e Giovannini, la tenda, la grottesca auto bianca, le divise che ricordano i vigili urbani azzimati a festa, e tutta la solita paccottiglia sempre uguale e sempre più noiosa ma, proprio perché ripetuta e consacrata, sempre più umiliante per il Paese, per i nostri carabinieri, per le istituzioni e per le grandi aziende, private e pubbliche, che pur legittimamente vogliono fare i loro affari con la Libia.

Nessun'altra diplomazia occidentale tollera e incoraggia gli eccessi pittoreschi di un dittatorello e degrada la propria capitale a circo. Ci dispiace - e lo diciamo sinceramente - anche per il presidente del Consiglio, la cui maschera italiana si sovrappone ormai a quella libica, indistinguibili nel pittoresco, nell'eccesso, nella vanità, nel vagheggiare l'epica dell'immortalità, nel farsi soggiogare dalle donne che pensano di dominare.

Di nuovo ieri Gheddafi si è esibito davanti a 500 ragazze, reclutate da un'agenzia di hostess, che hanno ascoltato i suoi gorgoglii gutturali tradotti da un interprete, le solite banalità sulla teologia e sulla libertà delle donne in Libia, il Corano regalato proprio come Berlusconi regala "L'amore vince sempre sull'odio", quel libro agiografico e sepolcrale edito da Mondadori. È fuffa senza interesse anche per gli islamici ma è roba confezionata per andare in onda nella televisione di Tripoli. Il capotribù vuol far credere alla sua gente di avere sedotto, nientemeno, le donne italiane e di averle folgorate recitando il messaggio del profeta. Addirittura, con la regia dell'amico Berlusconi, tre di queste donne ieri si sono subito convertite, a gloria della mascolinità petrolchimica libica: "Italiane, convertitevi. Venite a Tripoli e sposate i miei uomini".
E di nuovo ci mortifica tutta questa organizzazione, il cerimoniale approntato dalla nostra diplomazia, con Gheddafi serio ed assorto che suggella la fulminea conversione di tre italiane libere e belle: un gesto di compunzione, gli occhi chiusi per un attimo, il capo piegato come un officiante sul calice. "L'Islam deve diventare la religione di tutta l'Europa" ha osato dire nella capitale del cattolicesimo, mentre l'Europa (con l'America) si mobilita per salvare la vita di una donna che rischia la lapidazione per avere fatto un figlio fuori dal matrimonio. Certo, l'Islam non è tutto fanatismo ma nello sguardo di Gheddafi c'è condensata la sua lunga vita di dittatore, di stratega del terrorismo, di tiranno che dal 1° settembre del 1969 opprime il suo popolo.

Ebbene, è a lui che oggi Berlusconi di nuovo bacerà la mano, come ha già fatto a Tripoli. Berlusconi, lasciandosi andare con i suoi amici fidati, ha più volte detto di invidiare Muammar perché comanda e non ha lacci, non combatte con il giornalismo del proprio paese, non ha bisogno di fare leggi ad personam ma gli basta un solo editto tribale, non ha né Fini né Napolitano, non ha neppure bisogno di pagare le donne... È vero che gli esperti di Orientalistica sostengono che la tribù in Libia è matriarcale e che dunque la moglie di Gheddafi sarebbe la generalessa del colonnello, ma questo Berlusconi non lo sa, la sua Orientalistica è ferma a quella dell'avanspettacolo, al revival di Petrolini: "Vieni con Abdul che ti faccio vedere il tukul".

E infatti ogni volta che Berlusconi va a Tripoli Gheddafi fa di tutto per stupirlo con gli effetti speciali del potere assoluto, gli fa indossare la galabìa e lo fa assistere alle parate militari delle amazzoni, organizza il caravanserraglio di Mercedes piene di farina, orzo e datteri da distribuire agli affamati recitando il ruolo del salvatore, proprio come Berlusconi all'Aquila... E ha pure imposto nei passaporti libici la foto di Berlusconi. Se lo porta nel deserto di notte per mostrargli la magia del freddo glaciale, tutti e due ad aspettare l'alba e il sole che torni ad arroventare la tenda. E ogni volta alla tv libica il viso di Berlusconi diventa in dissolvenza il viso di Gheddafi, e va in onda Berlusconi contrito nel museo degli orrori commessi dagli italiani, e c'è sempre il solito Frattini accovacciato fuori dalla tenda ad aspettare, aspettare, aspettare. E poi il tramonto, la luna...

Gheddafi a Roma fa quello che vuole non soltanto in cambio delle galere e dei campi di concentramento dove la polizia libica trattiene gli africani che vorrebbero fuggire verso l'Italia, e non solo perché i due fanno affari privati, come da tempo sospetta la stampa internazionale, e ora anche italiana. Il punto è che Berlusconi gli mette a disposizione tutto quello di cui ha bisogno l'eccentricità beduina perché con Gheddafi ha un patto antropologico. È una somiglianza tra capi che la storia conosce già, sono identità che finiscono con il confondersi: Trujllo e Franco, Pinochet e Videla, Ceausescu ed Enver Hoxha, Pol Pot e Kim il Sung... Non è l'ideologia a renderli somiglianti ma l'idea del potere, quello stesso che oggi lega Berlusconi e Gheddafi, Berlusconi e Chavez, Berlusconi e Putin. Ecco cosa offende e degrada l'Italia: l'Asse internazionale della Satrapia.


fonte La Repubblica
http://www.repubblica.it/politica/2010/08/...eddafi-6613118/


Il topic nasce come spunto di commento su queste visite consolidate di Gheddafi, non sull'articolo in sè.
view post Posted: 17/7/2010, 14:14 Le razze aliene - Varie
Stiffler, che piacere vederti! Salutami la tua carissima mamma!
view post Posted: 11/7/2010, 22:06 Haiku - Bar dello Sport
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura.

Essendo endecasillabi se conti è ri-tro-vai e non ri-tro-va-i
view post Posted: 10/7/2010, 21:54 Haiku - Bar dello Sport
CITAZIONE (*CriSS* @ 10/7/2010, 17:24)
CITAZIONE (Kalashnikoba @ 10/7/2010, 12:54)
dioa

sicuro?

no hai ragione, è diocan.
view post Posted: 10/7/2010, 11:54 Haiku - Bar dello Sport
sarebbero:
Di-sob-ba-sem-pre
fui-ra-dioa-ma-to-re
ta-glia-tri-ce
view post Posted: 5/7/2010, 16:58 Haiku - Bar dello Sport
Un haiku è un componimento poetico di tre versi caratterizzati da cinque, sette e ancora cinque sillabe. Tradizionalmente l'ultimo verso è il cosiddetto riferimento stagionale o kigo, cioè un accenno alla stagione che definisce il momento dell'anno in cui viene composta o al quale è dedicata. Soggetto dell'haiku sono scene rapide ed intense che rappresentano, in genere, la natura e le emozioni che esse lasciano nell'animo dell'haijin (il poeta). La mancanza di nessi evidenti tra i versi lascia spazio ad un vuoto ricco di suggestioni, quasi come una traccia che sta al lettore completare. Gli haiku tradizionali non hanno alcun titolo.

da wiki.

Volevo proporre una forma di cazzeggio alternativa: un concorso di haiku. Ognuno scriva i componimenti che vuole, quanti ne vuole su cosa vuole, siccome lo scopo è il cazzeggio deve intrattenere piuttosto che essere bello e poetico che non gliene fotte nulla a nessuno.

Un esempio valido:
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Ricordatevi la formula del 5 - 7 - 5



Porca puttana
ho ammazzato un prete.
Miravo al negro...

view post Posted: 30/6/2010, 00:23 Manifestare durante la messa - Politica interna
Anche la protesta contro la croce rossa mi incuriosisce essendone membro.
view post Posted: 26/6/2010, 21:58 forze armate, come rimetterle in piedi ? - Politica interna
CITAZIONE
2) Legare lo stipendio al grado e non all' anzianità di servizio

Perchè? Se uno diventa tenente dopo essersi fatto tutta la gavetta e uno diventa subito tenente perchè uscito dalle scuole per ufficiali non ritengo giusto che si becchino la stessa paga.
121 replies since 12/2/2009