Rotfrontkampferbund

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Omnia Sunt Communia
view post Posted on 26/4/2010, 12:59




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La Rotfrontkampferbund è stata un'organizzazione paramilitare di autodifesa nata in seno al KPD, per volontà di Ernst Thalmann, attiva dagli anni '20 fino al suo scioglimento nel '32. La sua particolarità è stata l'impronta fortemente "militare" dell'organizzazione, che raggruppava una grandissima quantità di ex-soldati ed ex-ufficiali, e che si è distinta per disciplina ed organizzazione nel proteggere i comizi e nel difendere i cortei tanto dalla polizia quanto dalle camice brune; era inoltre presente capillarmente sul territorio, con battaglioni organizzati in tutti i centri più importanti. La Rotfrontkampferbund aveva una sua divisa, un suo saluto e un suo inno, e se necessario poteva contare su un discreto arsenale nascosto nelle varie sezioni di partito, nel caso di colpi di mano delle destre (erano stati proprio eventi come il putsch di Monaco che avevano spinto il KPD a dotarsi di un proprio "esercito", del resto).

Mentre cerco altre informazioni e tento di tradurre gli articoli in tedesco, un pò di foto:

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Soviet*Honour
view post Posted on 26/4/2010, 13:15




Molto interessante.
 
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LokiTorino
view post Posted on 26/4/2010, 19:30




estremamente interessante. Si coniug bene con il capitolo sulle centurie rosse tedesche di Roma Combattente.
 
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Omnia Sunt Communia
view post Posted on 26/4/2010, 19:54




Se avete un amico che capisce un pò di tedesco e che ha voglia di tradurre qualcosa siamo a cavallo, ci sono una marea di articoli sull'argomento in giro.
 
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LokiTorino
view post Posted on 26/4/2010, 19:59




chiedo
 
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Omnia Sunt Communia
view post Posted on 26/4/2010, 20:37




Ottimo, magari riusciamo anche ad approfondire il discorso della Rivoluzione di Novembre (in particolare le occupazioni delle fabbriche e i vari Soviet nati in quei giorni, come quello di Monaco).
Intanto, altre immagini.

Bandiere:

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view post Posted on 27/4/2010, 10:33
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Storia del pugno chiuso, saluto di lotta



di Marco Danesi - da Il Calendario del Popolo n.727 Febbraio 2008



Nato in Germania fra il 1923 e il 1924, in contrapposizione col saluto romano adottato dai nazisti, si diffuse quale simbolo di libertà.



Olimpiadi del Messico 1968. Finale dei 200 metri maschili. Tommie Smith vola, leggero e potente sembra un ghepardo che insegue la preda e alla fine l'azzana: è record del mondo, 19 secondi e 83 centesimi. Tommie Smith medaglia d'oro, sale sul podio scalzo. Non appena la bandiera degli Usa inizia a sventolare nella calura messicana tanto lui quanto la medaglia di bronzo, lo statunitense John Carlos, alzano il pugno guantato di nero e abbassano il capo: vogliono che il mondo intero sappia la loro solidarietà con i neri che lottano duramente per i propri diritti negli Stati Uniti. Né Smith, né Carlos sapevano che quel saluto nasce tra il 1923 e il 1924 in Germania in contrapposizione al saluto romano adottato dai nazisti. La Rotfrontkampferbund (lega dei soldati rossi di prima linea - RFKB o RFB) ne fa il proprio emblema (vedi la foto). La RFKB è un'organizzazione paramilitare del Partito Comunista Tedesco (KPD) nata dalle ceneri delle Proletarischen Hudertschaften (Centurie Proletarie), che dopo il fallito tentativo rivoluzionario comunista, il cosidetto "Ottobre tedesco" (1923), vengono proibite in tutto il territorio della Repubblica di Weimar. Dunque è tra la fine del 1923 e l'inizio del 1924 che nasce il pugno chiuso come saluto militare. In opposizione ai nazisti che distendevano il braccio destro fino alla punta delle dita, i combattenti del RFB si salutavano con il braccio destro ripiegato verso il fianco e il pugno piegato come fosse pronto a sferrare un colpo. Il saluto nel volgere di poco tempo si modifica e attorno al 1925 il pugno destro viene sollevato all'altezza della spalla con il gomito piegato. Il saluto comunista si estende dai membri della RFKB ai semplici militanti, verrà ulteriormente modificato nel periodo del Fronte Popolare in Francia e della Guerra di Spagna con il pugno destro che viene portato all'altezza delle tempia. Il pugno chiuso diventa anche il simbolo delle Brigate Internazionali dei volontari che combattono contro il fascista generale Franco. Verso la fine della guerra di Spagna si tornerà al saluto che già abbiamo visto. Il saluto con il pugno chiuso in Italia, dove c'é il più forte partito comunista dell'europa occidentale, resterà il braccio destro piegato fin verso la metà degli anni '60. I funerali di Togliatti, 1964, in cui molta parte dell'immensa folla distenderà il braccio destro piegato, indicheranno come il braccio disteso riprenda la sacralità del saluto militare iniziale. Infatti in occasione di funerali di militanti, troppi ad opera di polizia e fascisti, il braccio viene disteso conferendo sacralità marziale al gesto; mentre nelle manifestazioni sempre più spesso il braccio viene piegato ritmicamente per seguire la metrica dello slogan. In questi casi la visione di un corteo o di una piazza che agita all'unisono il pugno chiuso è impressionante. In questo caso il pugno esce dalla sacralità marziale per trasformarsi in un gesto che trasmette la determinazione a combattere. Sempre negli anni '60 il pugno chiuso attraverserà i confini del Partito comunista e verrà usato da tutte le persone in lotta. Gli studenti in rivolta a partire dalla metà degli anni '60, sotto ogni latitudine, usano sempre il pugno chiuso nelle due accezioni indicate: sacrale durante i funerali e di rinserrare i ranghi nei cortei. Proprio gli studenti, verso la fine degli anni '60 apportano un'altra modifica al saluto: sempre più spesso viene usato il braccio sinistro. L'uso del braccio sinistro si stabilizza alla metà degli anni '70 in Italia: oggi è decisamente il più diffuso. Il saluto con il pugno chiuso conserva a tuttoggi intatto tanto il suo carattere marziale iniziale, quanto la funzione di rinserrare i ranghi nelle manifestazioni, nei cortei e in tutte le occasioni in cui si deve lottare. Il pugno chiuso da saluto militare comunista è diventato così il simbolo universale di lotta per tutte le popolazioni del pianeta.


www.comunistisestesi.it/gattolenin.htm#6
 
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LokiTorino
view post Posted on 27/4/2010, 10:56




CITAZIONE (Omnia Sunt Communia @ 26/4/2010, 21:37)
Ottimo, magari riusciamo anche ad approfondire il discorso della Rivoluzione di Novembre (in particolare le occupazioni delle fabbriche e i vari Soviet nati in quei giorni, come quello di Monaco).
Intanto, altre immagini.

passami i link agli articoli che li giro ai traduttori.
 
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Omnia Sunt Communia
view post Posted on 27/4/2010, 12:44




CITAZIONE (LokiTorino @ 27/4/2010, 11:56)
CITAZIONE (Omnia Sunt Communia @ 26/4/2010, 21:37)
Ottimo, magari riusciamo anche ad approfondire il discorso della Rivoluzione di Novembre (in particolare le occupazioni delle fabbriche e i vari Soviet nati in quei giorni, come quello di Monaco).
Intanto, altre immagini.

passami i link agli articoli che li giro ai traduttori.

Inizia con questi: Articolo dalla Wikipedia tedesca (Link 1); George Elsner e la Rotfrontkampferbund (Link 2); L'organizzazione di massa del KPD - Rotfrontkampferbund (Link 3); Roter Frontkämpferbund, 1924-1929 (Link 4).

Io il tedesco non lo so, quindi non so quali articoli possano essere utili e quali no, vedi un pò se ne riescono a trovare altri loro (basta cercare "Roter Frontkampferbund" su Google).
 
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Omnia Sunt Communia
view post Posted on 11/6/2010, 15:54




Ho trovato un libro in inglese sull'argomento, vedo se riesco ad ordinarlo: Beating the fascists? - The German Communists and Political Violence 1929-1933. Qui una preview.

E un paio di video; non si capisce una parola, ma le immagini sono belle:

Der Rote Frontkämpfer Bund Teil 1
Der Rote Frontkämpfer Bund Teil 2
Der Rote Frontkämpfer Bund Teil 3
 
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Omnia Sunt Communia
view post Posted on 12/11/2010, 18:15




Ho trovato una marea di belle foto.

SPOILER (click to view)
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Omnia Sunt Communia
view post Posted on 25/3/2011, 22:13




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1924: IL GIURAMENTO ANTIMPERIALISTA DEI COMBATTENTI ROSSI (ROTER FRONTKAMPFERBUND)
Giuro: Di non scordare mai che l’imperialismo mondiale prepara la guerra contro l’Unione sovietica. Di non scordare mai che il destino della classe operaia mondiale è direttamente legato all’Unione sovietica. Di non scordare mai, le esperienze e le soff......erenze della classe operaia nella guerra mondiale imperialista, il 4 agosto 1914 e il tradimento del riformismo. Di compiere ogni giorno il mio dovere rivoluzionario verso la classe operaia e il socialismo. Di restare per sempre un soldato della rivoluzione. Di essere sempre, in tutte le organizzazioni di massa, nei sindacati e in fabbrica, un pioniere dell’inconciliabile lotta tra le classi. Di operare per la rivoluzione al fronte e nell’esercito imperialista. Di condurre la lotta rivoluzionaria per abbattere la dominazione di classe della borghesia tedesca. Di difendere in ogni modo la rivoluzione russa. Di lottare sempre per l’Unione sovietica e la vittoriosa rivoluzione mondiale.
 
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LokiTorino
view post Posted on 29/3/2011, 07:25




molto molto interessante. Aspetto con ansia il libro di Valerio
 
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Omnia Sunt Communia
view post Posted on 31/3/2011, 12:50




CITAZIONE (LokiTorino @ 29/3/2011, 08:25) 
molto molto interessante. Aspetto con ansia il libro di Valerio

Un altro estratto (link):

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Un autentico “villain” e quindi un antinazista scomodo e impresentabile per la storiografia democratica: il 14 gennaio 1930, Albrecht “Ali” Hohler, ex gangster e militante della RFKB, uccise il capo delle SA berlinesi Horst Wessel vendicando i proletari di Friedrichshain. Dopo l’avvento al potere di Hitler, morì due volte, ucciso fisicamente dai nazisti e colpevolmente dimenticato dal conformismo di certo antifascismo.

Svariate insubordinazioni alla nuova linea continuarono a verificarsi tra i ranghi della Rfkb (Lega dei Combattenti Rossi di Prima Linea), tanto che diversi deputati del partito ne chiesero il definitivo scioglimento in modo da porre fine all’ormai intollerabile mancanza di disciplina di alcuni dei suoi affiliati. Per la Kpd (Partito Comunista Tedesco), l’azione paramilitare dei Combattenti rossi era divenuta un problema politico, tanto più che nel loro rispondere secondo la logica dell’occhio per occhio alle violenze naziste, le unità combattenti vicine al partito avevano finito con l’incamerare buona fetta di un singolare sottobosco metropolitano, quello delle gang giovanili, politicamente di difficile gestibilità e portatore di una conflittualità endemica ed esasperata.
Contrariamente a quanto prescritto dalla sua interpretazione ortodossa del marxismo, la Kpd per una serie di contingenze si era trovata a esercitare una certa egemonia non sul mondo delle fabbriche, suo malgrado, ma su quegli ambienti ideologicamente spuri che erano i ghetti proletari delle grandi città come Amburgo e Berlino. Qui, infatti, l’idealtipo della militanza comunista, il giovane operaio politicizzato, coesisteva gomito a gomito, con le figure asociali e antisociali della piccola criminalità e delle wilde cliquen (‘squadre selvagge’), gruppi di giovanissimi autorganizzati in bande di strada.
Quello delle gang di quartiere divenne, nella Germania del dopoguerra, un vero e proprio fenomeno sottoculturale di massa, con decine di migliaia di effettivi, che impensieriva Istituzioni locali e nazionali. Gli affiliati erano portatori di un codice etico che sovvertiva la morale comune: durezza, coraggio, difesa del proprio territorio, intolleranza all’autorità costituita, predisposizione alla violenza fisica, questi erano alcuni dei requisiti necessari per far parte di una gang. Le prove di ammissione per i neofiti, spesso prevedevano l’attacco a un gruppo individuato come nemico, il pestaggio dei componenti e la requisizione dei simboli ostentati, distintivi, toppe, fazzoletti.
La crisi economica del ’29 e gli sfaceli sociali che ne conseguirono, portarono alla politicizzazione di una fetta consistente delle gang e molti si avvicinarono alla Kpd, o meglio alle sue unità paramilitari. La disoccupazione endemica spinse la gioventù proletaria a cercare riscatto e identità attraverso l’ingresso in quelle organizzazioni che si impegnavano a combattere radicalmente contro lo stato di cose presenti.

- estratto dal libro di Valerio Gentili “Bastardi Senza Storia” in uscita aprile 2011


Loki, te che hai letto la graphic novel Berlin riconoscerai il "sicario tatuato" del secondo libro.
 
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LokiTorino
view post Posted on 31/3/2011, 15:59




Assolutamente sì!

L'ho riconosciuto istantaneamente.
 
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14 replies since 26/4/2010, 12:59   954 views
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