Palermo, rioccupate le case allo ZEN

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RUDE*BWAY
view post Posted on 27/5/2010, 12:25




Rioccupate le case allo ZEN


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Dopo due settimane dallo sgombero le circa trenta famiglie di senza casa che, decise a resistere, si erano accampate di fronte le abitazioni che occupavano, sono rientrate in questi giorni nei loro alloggi.


A dispetto dell'ingente dispiego di forze di polizia, della propaganda legalista dei media e di tutte le energie, non proprio limpidissime, messe in campo per garantire una normalizzazione dell'insula 3 dello zen 2, la resistenza di una trentina di famiglie continua ed ha portato alla rioccupazione degli appartamenti da cui erano stati cacciati neanche due settimane fa.
Dopo lo sgombero, a cui le famiglie avevano risposto dapprima resistendo e quindi erigendo una tendopoli negli spazi antistanti l'insula, gli immobili oggetto di contesa, alla cui "liberazione", tanto urgente qualche giorno fa, non ha fatto seguito alcun intervento significativo, sono ritornati gradualmente all'abbandono rivelando il disinteresse totale del Comune e delle varie istituzioni coinvolte per gli interessi degli assegnatari, utilizzati nel tentativo di contrapporre poveri a norma di legge ad altri illegali in una retorica cieca alla necessità di ciascuno di ottenere un alloggio ma nei fatti abbandonati a loro stessi esattamente come gli occupanti.
Soddisfare il diritto alla casa è preminente su ogni considerazione legalitaria e giustizialista e, pur nella complessità delle vicende che queste situazioni generano, i bisogni dei senza-casa occupanti e degli assegnatari non possono e non devono essere visti come bisogni in competizione tra loro ovvero, usando le parole che gli occupanti hanno usato sullo striscione che ha accompagnato la rioccupazione degli appartamenti, - La Casa E' Un Diritto Per Tutti - .
Ciò che sta avvenendo in questi giorni ha poco a che vedere col diritto alla casa e molto con la volontà dello stato, nelle sue ramificazioni locali, di dare un arrogante spettacolo della propria forza. Tentativo messo disastrosamente in crisi dall'ovvia (ed alla fine anche pacata) resistenza di chi non ha nulla da perdere, di chi, in quell'alloggio precario ed insufficiente, vede l'unica speranza di sopravvivenza. Una gestione tanto insufficiente della situazione da parte delle istituzioni evidenzia, ancora una volta, la distanza che li separa da una realtà che non sono in grado di (ne tanto meno vogliono o hanno mai voluto) comprendere e su cui non possono intervenire altrimenti se non con la violenza della repressione poliziesca. Di fronte a tutto ciò ogni richiamo alla legalità non può che parere vuoto ed insensato se paragonato all'esigenza non mediabile ne procrastinabile di ciascuno ad una casa, non fosse che la Legalità, ormai icòna idolatrata arazionalmente da larghe fasce della 'società civile', è divenuto lo strumento retorico per cui ogni abuso, ogni soverchieria diviene giusta e sacrosanta se compiuta a norma di legge.
Preoccupante infine la circostanza che vede impedita ai media ufficiali, per pretestuose ragioni di sicurezza legati alla cantierizzazione dell'insula, accesso diretto alle case occupate (non che Tg e giornali siano mai stati voci affidabili) prefigurando, nella migliore delle ipotesi, la volontà di cancellare la questione dall'attenzione dell'opinione pubblica.
 
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