L'intervista ad Hans Bierbaum pubblicata qui di fianco (e disponibile sul sito di Liberazione) è una concreta testimonianza della lucidità e della coerenza politica con cui la Linke ha costruito i suoi successi elettorali. Bierbaum ci spiega nell'intervista - e Lafontaine lo ha fatto nella sua vigorosa relazione al congresso di Rostock – che la Linke non ha una astratta pregiudiziale antigovernativa ma che si può e si deve andare a governare se si è in grado di imporre politiche di pace e antiliberiste. Altrimenti è meglio stare all'opposizione. L'aver tenuto fede in questi anni a questo elementare principio politico è alla base del successo della Linke e della sua credibilità. Come mi ha detto più di una volta Lafontaine: “la gente si fida di noi, non dobbiamo deluderla, perché non hanno nessun bisogno di una nuova SPD spostata un po' a sinistra”. Su questa base la Linke è raccoglie il 25% dei voti dei disoccupati e il 17% dei voti operai. Un voto di classe che è un valore che va al di là degli stessi successi elettorali stessi.
Tanto più importante che la Linke abbia ribadito questo indirizzo oggi, in un contesto in cui i suoi successi elettorali le permettono di entrare nel “gioco della politica”, in cui le spinte a “moderare” le richieste si fanno più forti. I compagni e le compagne tedesche ci dicono una cosa semplicissima e cioè che l'unità della sinistra la si può costruire solo a partire dall'autonomia politica della sinistra. Senza autonomia politica c'è solo lo spazio per il ripetersi incessante degli errori che hanno travolto le socialdemocrazie. Io penso che dall'autonomia - culturale prima ancora che politica - del gruppo dirigente della Linke abbiamo molto da imparare. La capacità di agire una offensiva unitaria nei confronti della SPD e dei Verdi e nello stesso tempo di tenere ben ferma l'analisi dei rapporti di forza reali e i propri principi mi pare la cifra vera di un gruppo dirigente serio. Noi oggi abbiamo una linea politica molto simile a quella della Linke: costruzione dell'opposizione nel paese sulla proposta di uscita dal neoliberismo, rafforzamento di rifondazione e aggregazione della sinistra di alternativa a partire dalla Federazione, offensiva unitaria a sinistra e proposta di una coalizione per battere Berlusconi e cambiare la legge elettorale senza fare accordi di governo. Sarebbe opportuno imparare dalla Linke anche a gestirla. Gregor Gysi, ha detto a chiare lettere nel Congresso di Rostock che era ora di finirla di interpretare la linea e si trattava di applicarla, nella sua interezza. Mi pare sia una buona indicazione anche per noi.
Ma Paolo Ferrero è lo stesso che sta andando in giro a dire che dobbiamo fare un governo che va dall'udc a noi per cambiare la legge elettorale e altre cazzate??
La Linea del PRC (Federazione) ormai è fare un accordo tecnico ovunque non ci vogliono.. Non capendo che nessuno capisce sta cretinata di accordo tecnico (vedi Piemonte), ma considerando l'unica speranza di prolungata "agonia".