Costanzo Preve - Verità filosofica e critica sociale

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LokiTorino
view post Posted on 30/7/2010, 10:21




La modernità borghese-capitalistica non sa che farsene della verità (che gli antichi concepivano in modo filosofico ed i medioevali in modo religioso) per il semplice fatto che la legittimazione simbolica della società capitalistica non è più di tipo filosofico (la verità come prodotto della ragione umana) o di tipo religioso (la verità come corretta interpretazione della natura di Dio), ma è di tipo integralmente economico. Il fondamento è allora il nesso fra proprietà privata e valore di scambio delle merci (con il lavoro umano come prima merce), e questo fondamento per sua natura non è veritativo, in quanto basta accertarsi del fatto che non c'è nulla di empiricamente accertabile al di la della proprietà privata e del valore di scambio. La metafisica è cosi integralmente trasformata nel nesso fra empirismo ed utilitarismo, l'ontologia diventa gnoseologia, la gnoseologia diventa la nuova teologia del capitalismo e degli apparati universitari normalizzati (Lukacs) ed al posto della vecchia trinità viene insediata la separazione fra categorie dell'essere (ontologia veritativa) e categorie del pensiero (epistemologia accertativa).
René Magritte, Les vacances de Hegel, olio su tela, Galerie Isy Brachot.
Il discorso sarebbe lungo e qui è appena cominciato. In sintesi, se qualcuno pensa di poter parlare di verità filosofica, e nello stesso tempo accetta il terreno del kantismo, del positivismo e del niccianesimo, ebbene, costui si sbaglia, ed è come un topolino che, attratto dal pezzo di formaggio, si chiude nella gabbia da solo.
Sostenere apertamente che la filosofia è una ideazione integralmente veritativa in senso classico platonico-hegeliano (e non scettico-relativistico) e darne anche una formulazione determinata (come ho fatto in precedenza) provoca immediatamente sconcerto ed irritazione, non solo perché viola la regola postmoderna (il postmoderno sta ai sofisticati intellettuali disincantati come Padre Pio sta al popolo dei semplici credenti rimasti fermi alla scuola dell'obbligo), ma anche perché sembra un atto di presunzione tipico di chi “ritiene di avere la verità in tasca”, e magari la vuole anche imporre con inevitabili esiti autoritari e violenti. Ma non è affatto cosi. Ad esempio io ritengo che la filosofia sia una ideazione conoscitiva e veritativa, e non mi sottraggo opportunisticamente dal darne una formulazione pubblica, ma non ritengo affatto di avere la verità in tasca, ed anzi sono dispostissimo a sottoporla ad una pubblica discussione seria ed approfondita. Semplicemente ritengo (in compagnia con i “classici” come Platone, Aristotele, Spinoza e Hegel) che senza una comune intenzionalità veritativa il cosiddetto dialogo non è che un torneo narcisistico di trovate retoriche più o meno brillanti.
La filosofia deve quindi essere liberata da due gendarmi che la tengono ammanettata, la scienza naturale e l'ideologia politica. La scienza naturale è una grande ideazione conoscitiva, che però comprende soltanto la conoscenza e non la valutazione morale della totalità (totalità che l'approccio kantiano e poi positivistico valuta come inconoscibile). La filosofia è una interpretazione olistica della totalità, non un rispecchiamento delle caratteristiche della natura astronomica, fisica, chimica o biologica, e la sua sottomissione ai canoni del rispecchiamento scientifico la uccide, come un pesce verrebbe ucciso dall'aria o l'uomo dall'acqua. La riconversione della verità in certezza del soggetto (Cartesio, Kant, positivismo) oppure la riduzione della verità a semplice interpretazione (Nietzsche ed il postmoderno) non sono semplici “errori” ma sono funzioni strutturali e sistemiche della riproduzione capitalistica, che non ha bisogno della verità ed anzi la aborre, bastandole la relatività del potere d'acquisto delle merci da parte dei soggetti individualizzati.
L'ideologia è invece una patologia diversa dalla precedente. Mentre il relativismo nasconde l'assolutezza della merce e del suo dominio, l'ideologia generalmente è solo una teologia della storia divinizzata, per cui alla fine la stessa storia non esiste più, e come ha detto un acuto commentatore novecentesco, si ha “una storia spogliata della sua forma storica”. In proposito, il congedo meditato dal dominio ideologico è sempre una precondizione necessaria (anche se non sempre sufficiente) per un ritorno alla filosofia correttamente intesa. L'ideologizzazione della filosofia è però stata una peste novecentesca, oggi tramontata, per cui, pur respingendola in modo netto (personalmente, sono un “sopravvissuto” dalla riduzione ideologica della filosofia effettuata nel novecento dal marxismo, e mi considero vaccinato come lo era dalla peste Renzo Tramaglino nei Promessi Sposi), non la considero oggi un nemico pericoloso nella congiuntura storica attuale (2010). Oggi il nemico principale della filosofia è la sua riduzione positivistica a semplice supporto epistemologico alle scienze della natura (che per procedere non ne hanno comunque nessun bisogno), patologia gemella a quella del chiacchiericcio scettico-universitario di tipo nichilista e relativista. Senza un ritorno ai classici non vedo per ora nessuna salvezza.
 
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KevinBeijing
view post Posted on 30/7/2010, 20:46




CITAZIONE
Senza un ritorno ai classici non vedo per ora nessuna salvezza.

Ahahahahahahah :lol:
Sì, meglio tornare a Platone, Berkeley, Kant e Hegel vero? Bella la filosofia da salotto dei padroni. E chi cazzo se ne frega del materialismo dialettico di Marx, Engels e Lenin, non vale neanche la pena studiarlo e criticarlo.
 
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LokiTorino
view post Posted on 31/7/2010, 12:16




CITAZIONE (KevinBeijing @ 30/7/2010, 21:46)
Ahahahahahahah :lol:
Sì, meglio tornare a Platone, Berkeley, Kant e Hegel vero? Bella la filosofia da salotto dei padroni. E chi cazzo se ne frega del materialismo dialettico di Marx, Engels e Lenin, non vale neanche la pena studiarlo e criticarlo.

vedo che l'hai capito molto il testo.

Forse è meglio se finisci di studiare i classici prima di affrontare argomenti troppo complessi per te.
 
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KevinBeijing
view post Posted on 31/7/2010, 13:09




CITAZIONE (LokiTorino @ 31/7/2010, 13:16)
CITAZIONE (KevinBeijing @ 30/7/2010, 21:46)
Ahahahahahahah :lol:
Sì, meglio tornare a Platone, Berkeley, Kant e Hegel vero? Bella la filosofia da salotto dei padroni. E chi cazzo se ne frega del materialismo dialettico di Marx, Engels e Lenin, non vale neanche la pena studiarlo e criticarlo.

vedo che l'hai capito molto il testo.

Forse è meglio se finisci di studiare i classici prima di affrontare argomenti troppo complessi per te.

Sì l'ho capito molto il resto: un'accozzaglia di critiche astratte e inconsistenti (interpretazione olistica della realtà? ideazione conoscitiva e veritativa? Ma parla come mangi), una considerazione nebulosa e confusa della verità, della filosofia, delle scienze naturali e del marxismo.

Insomma, tutto in linea con l'idealismo di Hegel, Kant, Nietsche o come si scrive, ecc. ecc. :)
 
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rikycccp
view post Posted on 31/7/2010, 15:17




CITAZIONE (KevinBeijing @ 31/7/2010, 14:09)
Sì l'ho capito molto il resto: un'accozzaglia di critiche astratte e inconsistenti (interpretazione olistica della realtà? ideazione conoscitiva e veritativa? Ma parla come mangi), una considerazione nebulosa e confusa della verità, della filosofia, delle scienze naturali e del marxismo.

Insomma, tutto in linea con l'idealismo di Hegel, Kant, Nietsche o come si scrive, ecc. ecc. :)

non sei obbligato a intervenire se l'argomento non è di tuo gradimento/interesse o semplicemente non lo comprendi...
 
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KevinBeijing
view post Posted on 31/7/2010, 15:35




CITAZIONE (rikycccp @ 31/7/2010, 16:17)
CITAZIONE (KevinBeijing @ 31/7/2010, 14:09)
Sì l'ho capito molto il resto: un'accozzaglia di critiche astratte e inconsistenti (interpretazione olistica della realtà? ideazione conoscitiva e veritativa? Ma parla come mangi), una considerazione nebulosa e confusa della verità, della filosofia, delle scienze naturali e del marxismo.

Insomma, tutto in linea con l'idealismo di Hegel, Kant, Nietsche o come si scrive, ecc. ecc. :)

non sei obbligato a intervenire se l'argomento non è di tuo gradimento/interesse o semplicemente non lo comprendi...

Non sei obbligato ad attaccarti ogni volta che apro bocca perchè dico cose che fanno male ...
 
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babeuf
view post Posted on 31/7/2010, 17:45





Di fatto , sotto questo aspetto, Preve torna a prima del marxismo. Il pensiero di Marx è una critica della filosofia, in Preve c'è l'esaltazione della filosofia. Nulla di male, solo che dopo secoli di Marx (e Nietzche) diventa difficile un'operazione del genere..

CITAZIONE (KevinBeijing @ 31/7/2010, 16:35)
CITAZIONE (rikycccp @ 31/7/2010, 16:17)
non sei obbligato a intervenire se l'argomento non è di tuo gradimento/interesse o semplicemente non lo comprendi...

Non sei obbligato ad attaccarti ogni volta che apro bocca perchè dico cose che fanno male ...

 
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LokiTorino
view post Posted on 1/8/2010, 08:23




CITAZIONE (babeuf @ 31/7/2010, 18:45)
Di fatto , sotto questo aspetto, Preve torna a prima del marxismo. Il pensiero di Marx è una critica della filosofia, in Preve c'è l'esaltazione della filosofia. Nulla di male, solo che dopo secoli di Marx (e Nietzche) diventa difficile un'operazione del genere..

CITAZIONE (KevinBeijing @ 31/7/2010, 16:35)
Non sei obbligato ad attaccarti ogni volta che apro bocca perchè dico cose che fanno male ...

no, perché Preve colloca Marx nella retta dei pensatori idealisti hegeliani.
Quindi si torna a Marx, ma Marx liberato dal fardello del marxismo, specie del diamat.
 
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babeuf
view post Posted on 1/8/2010, 10:02




Sì, ho letto, ma non mi convince. Di interpretazioni di Marx ne esistono centinaia, questa di Preve è molto simile a quella fatta da Rubel. Ma leggere il Capitale o i Grundrisse solo come un testo filosofico è difficile. Discorso ovviamente diverso per le opere filosofiche giovanili.
Poi sul rapporto Hegel-Marx la letteratura e sterminata. Sul rovesciamento della dialettica hegeliana in Marx non ne parliamo.
Ad un livelllo meno colto , Marx, anche prima della nascita del "marxismo" è stato coinvolto nella pratica politica sovversiva. Anche oggi il suo nome viene tirato in ballo, spesso a sproposito, a destra (Tremonti) e a manca (quel che resta dei Ps). Leggerlo come fosse Kant richiede un'operazione filologia non indifferente.
Tra l'altro il rischio è quello di depotenziare la potenza del suo pensiero.
Quello che mi convince nel discorso di Preve su Marx è il ragionamento sul concetto di libertà in Marx.
Concetto che effettivamente deve molto al pensiero filosofico classico, da Spinoza a Hegel.

CITAZIONE (LokiTorino @ 1/8/2010, 09:23)
CITAZIONE (babeuf @ 31/7/2010, 18:45)
Di fatto , sotto questo aspetto, Preve torna a prima del marxismo. Il pensiero di Marx è una critica della filosofia, in Preve c'è l'esaltazione della filosofia. Nulla di male, solo che dopo secoli di Marx (e Nietzche) diventa difficile un'operazione del genere..

CITAZIONE (KevinBeijing @ 31/7/2010, 16:35)
Non sei obbligato ad attaccarti ogni volta che apro bocca perchè dico cose che fanno male ...

no, perché Preve colloca Marx nella retta dei pensatori idealisti hegeliani.
Quindi si torna a Marx, ma Marx liberato dal fardello del marxismo, specie del diamat.

 
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KevinBeijing
view post Posted on 1/8/2010, 11:17




CITAZIONE (LokiTorino @ 1/8/2010, 09:23)
CITAZIONE (babeuf @ 31/7/2010, 18:45)
Di fatto , sotto questo aspetto, Preve torna a prima del marxismo. Il pensiero di Marx è una critica della filosofia, in Preve c'è l'esaltazione della filosofia. Nulla di male, solo che dopo secoli di Marx (e Nietzche) diventa difficile un'operazione del genere..

CITAZIONE (KevinBeijing @ 31/7/2010, 16:35)
Non sei obbligato ad attaccarti ogni volta che apro bocca perchè dico cose che fanno male ...

no, perché Preve colloca Marx nella retta dei pensatori idealisti hegeliani.
Quindi si torna a Marx, ma Marx liberato dal fardello del marxismo, specie del diamat.

Infatti la grandissima cazzata "Marx idealista" ho già avuto modo di vedere in cosa consiste: "vedere la storia ad un indirizzo unico". Ciò significa non aver compreso niente del materialismo, tantomeno della dialettica, sia pure hegeliana. Oppure è un chiaro tentativo di attaccare il marxismo da una posizione idealistica.

Stiamo scherzando o fate sul serio?

E' giusto separare Marx dal marxismo, in quanto il primo era un semplice individuo e il secondo un sistema ideologico scientifico (tanto per la cronaca, non lo dico io, lo dice il PCC). Ma ogni altra separazione come staccare il marxismo dal materialismo dialettico è impossibile poichè il materialismo dialettico e storico è la base fondante del marxismo, il marxismo non potrebbe esistere senza questa impostazione filosofica fondamentale, o almeno non arriverebbe alle stesse conclusioni in campo sociale, economico, politico ecc. ecc.
Il Capitale, La Critica all'economia politica, e via dicendo, sono tutte cose scritte tenendo un punto fermo, ovvero il materialismo dialettico e storico. E se qualcuno ha anche solo sfogliato di sfuggita queste opere avrà notato che Marx precisa sempre in modo chiaro e netto la sua impostazione materialistica.

Far sembrare il marxismo idealista (e tantomeno Marx) è fuori da ogni logica umana, non ha senso, non si spiega, a meno che non si spogli il termine "idealismo" del suo reale contenuto (ossia, in ambito filosofico, anteporre a dato primo la coscienza umana e far derivare da questa la materia) e gli si addossi improbabili altri significati. Un pò come fa Preve.

E tra l'altro, non si è mai riusciti a smontare veramente il materialismo. Ci hanno provato per migliaia di anni i più disparati filosofi (idealisti) e non ci sono mai riusciti.
 
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babeuf
view post Posted on 1/8/2010, 12:00




Massimo rispetto per il Pcc, ma non credo abbia molto senso far valere un principio di autorità in questa materia.
Kevin te lo dico da materialista convinto, studiare i classici e non solo Mao non fa male.
Tra l'altro Engels (per Preve il vero fondatore del "marxismo") sosteneva che il proletariato dovesse essere l'erede della filosofia classica tedesca.
 
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KevinBeijing
view post Posted on 1/8/2010, 12:03




CITAZIONE (babeuf @ 1/8/2010, 13:00)
Massimo rispetto per il Pcc, ma non credo abbia molto senso far valere un principio di autorità in questa materia.
Kevin te lo dico da materialista convinto, studiare i classici e non solo Mao non fa male.

No no, lo precisavo perchè qui quando dico certe cose vengo preso per un pazzo visionario affiliato al PMLI. Ma non è forse vero e logico quello che ho detto?
CITAZIONE
Tra l'altro Engels (per Preve il vero fondatore del "marxismo") sosteneva che il proletariato dovesse essere l'erede della filosofia classica tedesca.

In che senso? E dove lo dice?
 
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babeuf
view post Posted on 1/8/2010, 12:15




www.filosofia.it/pagine/ebook/Engel...uerbach1888.pdf

Qui trovi il saggio di Engels, in cui si trova questa espressione. Per il "marxismo classico" il nemico è non solo l'idealismo, ma soprattutto il materialismo volgare. In questa logica il materialismo storico è una concezione del mondo che "superando" conserva quello che di vivo vi era nel metodo dialettico hegeliano.

CITAZIONE (KevinBeijing @ 1/8/2010, 13:03)
CITAZIONE (babeuf @ 1/8/2010, 13:00)
Massimo rispetto per il Pcc, ma non credo abbia molto senso far valere un principio di autorità in questa materia.
Kevin te lo dico da materialista convinto, studiare i classici e non solo Mao non fa male.

No no, lo precisavo perchè qui quando dico certe cose vengo preso per un pazzo visionario affiliato al PMLI. Ma non è forse vero e logico quello che ho detto?
CITAZIONE
Tra l'altro Engels (per Preve il vero fondatore del "marxismo") sosteneva che il proletariato dovesse essere l'erede della filosofia classica tedesca.

In che senso? E dove lo dice?

 
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KevinBeijing
view post Posted on 1/8/2010, 12:41




CITAZIONE (babeuf @ 1/8/2010, 13:15)
www.filosofia.it/pagine/ebook/Engel...uerbach1888.pdf

Qui trovi il saggio di Engels, in cui si trova questa espressione. Per il "marxismo classico" il nemico è non solo l'idealismo, ma soprattutto il materialismo volgare. In questa logica il materialismo storico è una concezione del mondo che "superando" conserva quello che di vivo vi era nel metodo dialettico hegeliano.

CITAZIONE (KevinBeijing @ 1/8/2010, 13:03)
CITAZIONE (babeuf @ 1/8/2010, 13:00)
Massimo rispetto per il Pcc, ma non credo abbia molto senso far valere un principio di autorità in questa materia.
Kevin te lo dico da materialista convinto, studiare i classici e non solo Mao non fa male.

No no, lo precisavo perchè qui quando dico certe cose vengo preso per un pazzo visionario affiliato al PMLI. Ma non è forse vero e logico quello che ho detto?
CITAZIONE
Tra l'altro Engels (per Preve il vero fondatore del "marxismo") sosteneva che il proletariato dovesse essere l'erede della filosofia classica tedesca.

In che senso? E dove lo dice?

Mi potresti citare il pezzo che ci interessa? Sennò per me è dura cercare una frase in Feuerbach e il punto d'approdo ecc. ecc.

Ad ogni modo, non esiste nessun "marxismo classico", esiste il marxismo, che, come hai detto giustamente, si schiera sia contro l'idealismo che contro il materialismo metafisico.
Il materialismo dialettico è il risultato dei migliori successi filosofici della filosofia europea del XIX secolo, e sua parte integrante è il metodo dialettico. Ma la dialettica di Hegel era per così dire mutilata, oppressa dall'idealismo di Hegel, cioè il suo involucro idealistico non le permetteva di liberarsi in tutta la sua giustezza.
E' noto che in Hegel si trovano enormi contraddizioni tra l'idealismo e la dialettica.
Marx ed Engels presero da Hegel la dialettica, la combinarono con il materialismo e crearono l'arma filosofica del proletariato, "superando" come dici tu, in modo rivoluzionario tutti gli altri sistemi filosofici in voga allora in Europa.
Quindi sì, continuità, ma anche e molto di più rottura.
 
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babeuf
view post Posted on 1/8/2010, 12:52




Sei pigro però.. in un pdf basta la funzione cerca, comunque l'espressione "Il movimento operaio è l'erede della filosofia classica tedesca" chiude il saggio a Pag. 43. Se leggi le ultima due pagine c'è in sintesi il rapporto che secondo Engels ilm.o deve intrattenere con l'idealismo.
Temo che tu la faccia un pò semplice con la combinazione dialettica materialismo, ad esempio credo che gà tra Engels e Mao ci siano differenze abissali su questo punto.

CITAZIONE (KevinBeijing @ 1/8/2010, 13:41)
CITAZIONE (babeuf @ 1/8/2010, 13:15)
www.filosofia.it/pagine/ebook/Engel...uerbach1888.pdf

Qui trovi il saggio di Engels, in cui si trova questa espressione. Per il "marxismo classico" il nemico è non solo l'idealismo, ma soprattutto il materialismo volgare. In questa logica il materialismo storico è una concezione del mondo che "superando" conserva quello che di vivo vi era nel metodo dialettico hegeliano.

CITAZIONE (KevinBeijing @ 1/8/2010, 13:03)
CITAZIONE (babeuf @ 1/8/2010, 13:00)
Massimo rispetto per il Pcc, ma non credo abbia molto senso far valere un principio di autorità in questa materia.
Kevin te lo dico da materialista convinto, studiare i classici e non solo Mao non fa male.

No no, lo precisavo perchè qui quando dico certe cose vengo preso per un pazzo visionario affiliato al PMLI. Ma non è forse vero e logico quello che ho detto?
CITAZIONE
Tra l'altro Engels (per Preve il vero fondatore del "marxismo") sosteneva che il proletariato dovesse essere l'erede della filosofia classica tedesca.

In che senso? E dove lo dice?

Mi potresti citare il pezzo che ci interessa? Sennò per me è dura cercare una frase in Feuerbach e il punto d'approdo ecc. ecc.

Ad ogni modo, non esiste nessun "marxismo classico", esiste il marxismo, che, come hai detto giustamente, si schiera sia contro l'idealismo che contro il materialismo metafisico.
Il materialismo dialettico è il risultato dei migliori successi filosofici della filosofia europea del XIX secolo, e sua parte integrante è il metodo dialettico. Ma la dialettica di Hegel era per così dire mutilata, oppressa dall'idealismo di Hegel, cioè il suo involucro idealistico non le permetteva di liberarsi in tutta la sua giustezza.
E' noto che in Hegel si trovano enormi contraddizioni tra l'idealismo e la dialettica.
Marx ed Engels presero da Hegel la dialettica, la combinarono con il materialismo e crearono l'arma filosofica del proletariato, "superando" come dici tu, in modo rivoluzionario tutti gli altri sistemi filosofici in voga allora in Europa.
Quindi sì, continuità, ma anche e molto di più rottura.

 
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