Lapidazione cerebrale mediatica

« Older   Newer »
  Share  
Nick 81
view post Posted on 26/8/2010, 12:31




Lapidazione cerebrale mediatica
25/08/2010
By sitoaurora

Nel luglio 2010, il portavoce del ministero della giustizia Iraniano Jamal Karimirad disse che “la lapidazione è stata abolita dal codice penale da molto tempo, e nella repubblica Islamica, abbiamo abbandonato tale pratica“, aggiungendo che le sentenze delle lapidazioni, se approvate nelle corti di prima istanza, generalmente periferiche, vengono cassate dalle corti dei livelli successivi, nessuna sentenza di questo tipo è stata mai eseguita.
E allora di cosa cianciano i media di regime occidentali, quando evocano il fato di Sakineh Mohammadi Ashtiani? O di altre presunte vittime? Destinate alla lapidazione da parte del ‘medievale regime nucleare’ Iraniano?
Sakineh Mohammadi Ashtiani verrà lapidata per adulterio con due uomini, urlicchiano i mezzibusti mass-mediatici occidentali (in prima fila, al solito, il solito squallido TG3 della tricolorata banda dei quattro sorosiani: Berlinguer-Mineo-Botteri-Goracci, in servizio permanente effettivo). Anzi no!, urlicchiano le truppe cammellate wikileakizzate del sinistrismo anti-anti, Sakineh Mohammadi Ashtiani verrà lapidata dal truculento regime di Ahmadinejad ‘perché donna!’ Sì, perché in Iran essere donna è un reato punito con la morte…
Una battaglia di civiltà? No, la soldataglia dirittoumanitarista a senso unico, la truppaglia bomber-buonista colorata, che con la mimetica verde-arancio-viola, non difende un diritto, ma combatte l’ennesima inqualificabile battaglia su commissione dei centri strategici USraeliani.
Da quando l’Iran ha preso decisamente una strada che lo pone in contrasto con le mire di Washington e Tel Aviv, viene fatto oggetto di attacchi a ripetizione di ogni tipo. Da quelli terroristici, attuati da organizzazioni terroristiche come il post-marxista Mujahidin e-Kalq o il PJAK separatista kurdo, che con l’impiego di autobombe hanno causato decine di morti tra i civili, a quelli massmediatici, come il falso omicidio di Neda (il cui amante-pigmalione, uno scrittore residente a Londra finanziato con i fondi del Congresso USA per esportare la democrazia yankee nelle case altrui, sarebbe sfuggito alla brutale polizia iraniana, ritrovandosi sano e salvo a Londra), all’attuale caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani (il cui avvocato Houtan Kian sarebbe sfuggito alla brutale polizia iraniana, ritrovandosi sano e salvo a Londra…), sotto processo con l’accusa di aver assassinato il marito (e non per la spassosa accusa di essere una donna). Ma queste affermazioni non farebbero apparire mostruoso il governo Iraniano, e non istillerebbe istinti da orgasmo di sangue verso l’Iran presso la pacifica erbivora categoria dei pacifinti monodirezionali occidentali, tutta greenpeace-wikileak-obama. Una categoria che si sforza di predicare l’amore verso il prossimo (almeno, verso quello che sia adatta al ruolo di peluche del momento), ma che ogni tanto, non disdegna un bicchierino di sano ed euforizzante alcool propagandistico invecchiato nelle cantine ‘chez Langley’ o ‘chez Soros’. E in fondo, sotto sotto, chi non ha istinti omicidi da soddisfare, aldilà dei noiosi paroloni sulla pace, la comprensione reciproca, gli arcobaleni, gli uccellini cinguettanti (twitter) e soprattutto la non violenza, (rigorosamente vietata agli invasi e ai bombardati, poiché ai sionisti e agli statunitensi, e soltanto a essi, è riconosciuto il disgraziato onere dell’uso della forza. Sia mai per tutti gli altri.)?
Se tutto questo can-can su iraniane lapidanti e ragazze afgane mutilate dai truci taliban viene imbastito, è solo per nascondere:
1) le brutte legnate che Obama & friends stanno prendendo. Dall’accensione della prima centrale nucleare Iraniana, a Bushehr (Bush-ehr, un nome evocativo!), costruita con l’assistenza russa, a dimostrazione, per vecchi gufi tippini e paccottiglia in mazzette, che il progetto eurasiatico non è proprio morto; a una Mosca meno Medvedizzante e nuovamente Putinizzante, che respinge accordi col zingarofobo Sarkò l’Oreàl, e stringe accordi economico-militari con Abkhazia, Ossezia e Armenia, in modo tale da far capire all’amico Barack e all’altro amico Barak, che non è più aria di tirar calci in posti dove il sole di Washington non batte più almeno dall’agosto di due anni fa.
2) le centinaia di migliaia di iracheni, afgani, palestinesi (e qualche honduregno) tritati dal desiderio tutto occidentale, tutto statuniten-sionista, di esportare la democrazia, i diritti umani, la libertà e le riforme di mercato, a qualsiasi botto. E pazienza se qualcuno, qualche milione di persone, ci rimette la casa, la famiglia, la salute o la pelle. Ci dovrà pur essere qualcuno che debba sacrificarsi, penseranno i combattenti dei diritti umani nelle casa altrui, mentre addentano un cheesbuger rigorosamente vegano, nel McDonald più politically correct della città, dove la faccia di Sakineh Mohammadi Ashtiani serve loro a ordinare le ‘freedom fries’ senza troppi sensi di colpa.
3) a far dimenticare l’imminente crisi mutual-finanziaria statunitense che sta per riaffaciarsi alla finestra della ridente casetta bianca occupata dall’allegra famigliola biodegradabile di Barack Hussein, figlio di Ann Dunham, agente della CIA, esperta in torture verso i contadini. (Se non ci credete, andate a vedere cosa successe in Indonesia nel 1965, quando, guarda caso, Ann Dunham e figliolo si trasferirono a Jakarta.)

Alessandro Lattanzio, 25/08/2010


http://sitoaurora.xoom.it/wordpress/?p=181
 
Top
jacov
view post Posted on 1/9/2010, 15:42




mi piace
 
Top
Nick 81
view post Posted on 2/9/2010, 19:55




Sakineh è soltanto una povera adultera?

24/08/2010 da nemo profeta

Ho seguito anch'io, sull'onda emotiva venutasi a creare a seguito delle troppe notizie contrastanti divulgate in rete, il caso di Sakineh e mi sono messo "di buzzo buono" per saperne di più.
Ho scoperto, senza sorprendermi troppo, che l'infelice donna non è stata giudicata per un semplice adulterio ma, e soprattutto, per concorso in omicidio del proprio marito, consumato in maniera brutale assieme al proprio amante.

Malek Ejdar Sharifi, un giudice che si è occupato del particolare caso giudiziario, ha dichiarato: ''Non possiamo rendere noti i dettagli dei crimini di Sakineh, per considerazioni di ordine morale ed umano (a differenza della stampa Italiana, in Iran non vengono pubblicati i particolari morbosi dei delitti efferati - nota di nemo profeta). Se il modo in cui suo marito è stato assassinato fosse reso pubblico, la brutalità e la follia di questa donna verrebbero messe a nudo di fronte all’opinione pubblica. Il suo contributo all’omicidio è stato così crudele e agghiacciante che molti criminologi ritengono che sarebbe stato molto meglio se lei si fosse limitata a decapitare il marito''.

Preclusa la possibilità di perseguire la donna per omicidio, a causa del perdòno dei figli, i giudici hanno deciso di giocare la discutibile carta dell’accusa di adulterio. Scelta indubbiamente deprecabile sul piano procedurale – e infatti il processo è in fase di revisione - ma dal punto di vista culturale ed etico le cose stanno molto diversamente da quello che centinaia di siti internet, per non parlare della stampa, danno ad intendere ai lettori.
Da fonti Iraniane, poi, non pare che l'eventuale condanna a morte venga eseguita per lapidazione, pratica barbara questa (per inciso deprecata dal Governo) che sopravvive soltanto in pochissime zone rurali della Repubblica Islamica, ma che è in via di sdradicamento.
Per sgomberare il campo dalle troppe critiche facilone contro l'Iran, chi ha giudicato e condannato Sakineh non è stato il Governo Iraniano o qualche fanatico Ajatollah (o, peggio, il "deprecato regime"), ma un Tribunale locale nella regione di Tabriz grazie all'autonomia di cui gode.

Poi, sulla pena di morte in generale si può essere d'accordo o meno (personalmente la aborrisco) , ma nel mondo oltre all'Iran tale pena viene eseguita in parecchi Paesi cosiddetti "civili", a partire da USA e Israele.

Tra le fonti: Los Angeles Times | World |July 12, 2010 - 8:52 am


www.valdelsa.net/det-cy61-it-EUR-40504-.htm
 
Top
perno
view post Posted on 3/9/2010, 09:48




La discussione è iniziata e stanno, ovviamente, attaccando il nostro circolo per la posizione "contro la beatificazione di Sekineh che abbiamo assunto.

Le icone dell'impero

La potenza della macchina propagandistica dell'Impero è davvero impressionante. Non credo molto alla esistenza dei messaggi subliminali ma certamente è davvero strepitoso come pur sapendo tutti che la signora Sakineh non sarà lapidata si continuino a fare manifestazioni ed a raccogliere firme contro la lapidazione. La macchina della menzogna è in grado di travolgere la verità.
E' molto difficile resistere quando tutti i telegiornali, tutte le radio, tutta la carta stampata portano l'immagine di una bella donna con il capo coperto da un velo nero e si fa appello al nostro buon cuore, ai sentimenti, alle nostre profonde convinzioni umanitarie: siete favorevoli o contrari alla pena di morte? Se siete contrari aderite, firmate questo appello. Financo Dario Fo e Franca Rame si sono arruolati a questa campagna che sta umiliando l'onore la dignità dell'Iran come Stato e che, in definitiva, è una campagna di odio, di scientifica denigrazione, per preparare l'opinione pubblica mondiale a quanto stanno tramando gli USA ed Israele che hanno navi, aerei, truppe acquartierate ai margini dell'Iran e pronte a sferrare un attacco mortale pari a quello sferrato contro l'Irak due volte e contro l'Afghanistan.
La confezione del falso è financo rudimentale. Non ci vuole molto per comprendere che si tratta di un marchingegno preparato nel laboratorio della controinformazione Cia: la vicenda di Sakineh è quella di una persona che viene usata per una colossale campagna denigratoria contro l'Islam come religione e contro l'Iran come nazione. Nei giorni scorsi è stata orrendamente lapidata una giovane donna in Irak ma non se ne è occupato quasi nessuno.
La lapidazione è avvenuto in un paese "liberato" dall'Occidente. Altre lapidazioni sono avvenute in varie parti del mondo delle quali quasi non si è data notizia. Certo lapidazione ed infibulazione sono pratiche barbariche che vanno abolite. Ma il problema oggi non è questo. La lapidazione fa comodo alla propaganda imperiale. Bisogna liberare l'Iran dai preti come si è liberato ieri l'Irak da Sadam Hussein impiccato dopo essere stato vilipeso in mondovisione. Mi aspetto domani di vedere la testa di Ahmadinjed penzolare da una forcamagari con la signora Sakineh che aiuta il boia.

L'Impero per giustificare le sue guerre di aggressione, per spingersi sulla strada del dominio del mondo ha bisogno di crearsi delle icone, delle figure che materializzano l'idea di ciò che bisogna difendere e di ciò che bisogna combattere e diventino eroine della grande battaglia di "valori". Ieri l'Icona dell'Iran era Neda, la ragazza uccisa durante una rivolta contro il Governo. Sulla sua morte ancora oggi, nonostante è stato provato da eminenti scienziati che il sangue che ne copriva la faccia non poteva essere vero, si continua a parlarne come di una martire. Questa icona viene sostituita oggi dalla signora Sakineh che viene griffata con uno slogan di grandissimo impatto: no alla lapidazione. Che cosa può suscitare in noi raccapriccio maggiore della lapidazione? Nonostante l'impupata storia faccia acqua da tutte le parti si continua imperterriti ad andare avanti. Chi se ne frega? Come dice Berlusconi, la verità è ciò che afferma la televisione!!
In quanto ad Icone la storia è vecchia: si tratta di un trucco usato almeno da cinquanta anni. Si cominciò con la figlia di Stalin, Svetlana, che nel 1966 "scappò" da Mosca in Florida per respirare la libertà che mancava nella URSS del padre, sebbene defunto di anni. La sorella di Fidel Castro fu arruolata dalla Cia e trasferita pure lei in Florida dove organizza la Resistenza dei cubani anticastristi. Anche la signora San Suu Kuy candidata alla Presidenza della Birmania è una sorta di santino per ora tenuta in riserva. Si parlò di lei l'ultima volta l'anno scorso. Evidentemente gli USA non hanno urgenze particolari sulla Birmania anche se non saranno soddisfatti se non dopo avervi installato una base militare. Anche della signora Betancoort già prigioniera delle Farc e liberata dai militari colombiani proposta per il premio Nobel per la pace non si tiene gran conto. Evidentemente Obama si è acconciato molto bene con il regime colombiano e per il momento non abbisogna di una eroina. Altre icone sono i monaci buddisti. Mi riferisco al Dalai Lama ed al Grande Capo del Vietnam Tich Nhat Hanh. In questo momento non sono molto attivi, sono dormienti. Evidentemente la Cina ed il Vietnam del Nord non sono prioritari. Oggi è prioritario nei piani militari l'Iran! Queste eroine hanno una caratteristica in comune: sono piazzate in posti dove ancora l'influenza dell'Impero non è arrivata. Birmania, Cuba, Iran sono fuori dall'area di influenza e di condizionamento degli USA e delle multinazionali. Debbono essere "normalizzate" al più presto. L'impero deve aggiungere altre basi militari alle mille che ha sparse in un reticolato enorme in tutto il mondo.E' desolante l'adesione acritica della sinistra europea a tutte, indistintamente tutte le campagne organizzate dagli USA attorno a questi Santini, a queste Icone. La sinistra europea è interna agli interessi del capitalismo euroatlantico ed in qualche modo si è schierato contro se stessa e contro quanto nel pianeta é nei piani di annessione e di sottomissione degli USA. Non é una novità! Al dunque l'internazione Socialista ha sempre votato i crediti di guerra e si è sempre schierata dalla parte del colonialismo. Durante tutto il Novecento se non vi sembra poco

Pietro Ancona

http://rifondazionenichelino.blogspot.com/...dellimpero.html
 
Top
stalinlover
view post Posted on 3/9/2010, 10:01




e chiaramente Ferrero protesta sotto l'ambasciata iraniana...mah,,,
 
Top
perno
view post Posted on 3/9/2010, 10:26




Protesta e viene immortalato da Repubblica.it
 
Top
stalinlover
view post Posted on 3/9/2010, 10:50




beh, si, dopo aver fatto outing con Bersani per lui ed il partito l'oscurazione mediatica si è interrotta :D
 
Top
rikycccp
view post Posted on 3/9/2010, 12:43




http://www.jihadwatch.org/2010/07/pakistan...with-a-man.html

donna lapidata in pakistan, naturalmente nemmeno un sit in di protesta davanti all'ambasciata pakistana...
 
Top
sattanik84
view post Posted on 3/9/2010, 14:52




CITAZIONE (rikycccp @ 3/9/2010, 13:43)
www.jihadwatch.org/2010/07/pakistan...with-a-man.html

donna lapidata in pakistan, naturalmente nemmeno un sit in di protesta davanti all'ambasciata pakistana...

ti faccio notare che la condanna è emessa perchè la donna è stata SORPRESA A CAMMINARE CON UN UOMO IN UN CAMPO
 
Top
Nick 81
view post Posted on 3/9/2010, 15:09




...un successone il sit-in, migliaia di persone in piazza. ahahahahahahah.
ma perché sta gente non si spara!!!
 
Top
sattanik84
view post Posted on 3/9/2010, 15:14




Ahmadinejad: in Iran non piu’ tabu sulle donne al governo

TEHERAN – Il presidente della Repubblica Islamica Mahmoud Ahmadinejad ha dichiarato che la sua amministrazione ha distrutto i tabu esistenti in passato sulla presenza delle donne nel governo e che ha contribuito al fatto che queste svolgano un ruolo piu’ attivo nella societa’. “Oggi, con la loro attiva presenza nei diversi settori le fedeli, allegre e dinamiche donne musulmane iraniane hanno dimostrato che nella societa’ islamica la donna ha un ruolo basilare”, ha affermato il presidente che giovedi sera parlava alle responsabili ed alle consigliere per gli affari femminili dei diversi ministeri iraniani. Secondo l’IRIB, Ahmadinejad ha ricordato che nella societa’ basata sul capitalismo le donne sono vittima di ingiustizia e che secondo gli ultimi dati il 70% delle donne in occidente è vittima di percosse e abusi e che di solito non denuncia simili azioni per diversi motivi. Il presidente iraniano ha spiegato che il problema è che in Occidente l’uomo e la donna vengono presentati “rivali” mentre la verita’ è che i due sessi si completano a vicenda e sono entrambi necessari per la vita della societa’. Il presidente Ahmadinejad si è augurato che la diffusione di questo pensiero tratto dagli insegnamenti islamici possa contribuire alla creazione di un futuro migliore per le donne in tutto il mondo.

fonte RADIO TEHERAN

c'è qualcosa che non torna...chi glielo spiega a Ferrero?
 
Top
Nick 81
view post Posted on 7/9/2010, 18:41




Iran: portavoce Esteri, sospesa lapidazione per Sakineh Ashtiani

TEHERAN – Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano Ramin Mehmanparast ha annunciato che la sentenza di lapidazione emessa per la signora Sakineh Ashtiani è stata sospesa e che la sua accusa di relazioni extraconiugali verra’ nuovamente esaminata. Secondo l’agenzia Fars, nel consueto briefing del martedi con i giornalisti, il portavoce agli Esteri iraniano ha spiegato che la donna rischia la pena di morte (non per lapidazione/ndr) per via del concorso nell’omicidio del marito. Secondo Mehmanparast il caso e' ancora sotto esame. La sentenza per relazione illecita e' ferma ed e' sotto revisione, cosi' come quella per concorso in omicidio del marito".

http://italian.irib.ir/notizie/iran-news/i...akineh-ashtiani


...quanto odio la propaganda e l'ipocrisia occidentale
 
Top
perno
view post Posted on 7/9/2010, 21:16




Quando i mandanti della pena di morte siamo noi italiani

La situazione politica è allarmante, il nostro partito, specialmente a Torino, è in seria difficoltà e la nostra giovanile ne è uno specchio in versione ridotta. Le nostre forze, sempre più residue, dovrebbero concentrarsi sui nostri sempre più forti nemici. Il fatto stesso che io sono qui a scrivere un articolo su questo tema però è la prova concreta che la nostra sconfitta nasce proprio da una conflittualità interna che non ci sta portando da nessuna parte.
Certo, questo articolo aprirà discussioni, ma le nostre priorità devono essere altre, penso al tema cruciale del lavoro e del precariato dilagante.
Ma come faccio a non chiarire la mia posizione quando alcuni nostri dirigenti, trascinati dall’odio personale nato da alcune mie forti e chiare denuncie passate, pubblicamente mi (ci) infamano, arrivando a dire che siamo favorevoli alla pena di morte, alla lapidazione delle donne e alle frustate come punizione?

Sono costretto a spiegare e motivare la mia posizione, ricordando che questa discussione politica non è assolutamente partita da noi torinesi, bensì da altri compagni, anche se un ruolo importante di questa discussione va data al blog del PRC Nichelino di cui sono certamente co-redattore, a cui va dato il coraggio politico di aver pubblicato l’articolo “Le icone dell’impero” di Pietro Ancona ed altri articoli di controinformazione. Una discussione che ha visto partecipe il nostro segretario nazionale Paolo Ferrero che alla sana critica del blog concludeva così:
1) Siamo contro la pena di morte
2) Lo siamo sempre e indipendentemente dallo stato in cui questo avviene
3) Siamo totalmente contrari a giustificare ogni guerra in nome della democrazia o dei diritti umani. Tanto più siamo chiari su questa linea a tanto più possiamo essere efficaci nella nostra politica contro le politiche imperialistiche e di guerra e di chi i diritti civili li difende solo quando gli conviene.

Una posizione in linea di massima condivisibile, che però risulta non del tutto coerente nella pratica. Una discussione costruttiva che è necessaria, ma che non deve essere prioritaria. Ci tornerò dopo. Quando però questa linea del blog è stata accarezzata dal mio nome e dai GC Torino 2.0 ecco che si è scatenata l’ennesima lotta di denigrazione, con attacchi infami col solo scopo di distruggere tutto ciò che si definisce “laboratorio politico 2.0”. Questo deve far riflettere.
Noi siamo fieri di creare discussione perché è sintomo che sta passando una linea politica, la nostra.
Che può essere giusta o sbagliata, vincente o perdente, ma che esiste e che deve avere libertà di progettualità. Trovo infatti gravi che diversi dirigenti, ostili ad un cambiamento 2.0, con attacchi a dir poco infami, perdano tempo e continuano la loro battaglia esplicita per la nostra epurazione.

Condividendo con tanti compagni questa linea la espongo in maniera chiara, sapendo che tutti domani guarderanno il dito e non la luna.

Primo punto
Io sono certo che gli USA e Israele hanno interessi bellici contro l’Iran. Non lo scopriamo ora, e sono davvero in pochi a non sospettarlo. Ricordo che oggi 7 settembre 2010 scade l'ultimatum di 90 giorni stabilito dalla Risoluzione 1929 del 9 giugno scorso del Consiglio di Sicurezza dell'ONU contro l'Iran, che prevede, tra le altre cose, la possibilità di ispezioni indiscriminate a navi in partenza e in arrivo in Iran. È la risoluzione che cita Fidel quando parla del pericolo imminente di guerra a grande scala, per le reazioni e controreazioni che una cosa simile può provocare. Da oggi può succedere qualunque cosa in qualunque momento per un'aggressione USA - Israele all'Iran, anche approfittando della copertura e campagna dei media che strumentalizzano i diritti umani, ma sempre e solo a senso unico, contro i loro "nemici", e dei vari "utili idioti" che abboccano sempre, oggi con l'Iran come ieri con l'Iraq, l'Afghanistan, la Corea, la Cina, il Sudan, la Libia, il Vietnam, eccetera.
Condivido l’articolo di Ancona quando dice: “è' molto difficile resistere quando tutti i telegiornali, tutte le radio, tutta la carta stampata portano l'immagine di una bella donna con il capo coperto da un velo nero e si fa appello al nostro buon cuore, ai sentimenti, alle nostre profonde convinzioni umanitarie: siete favorevoli o contrari alla pena di morte? Se siete contrari aderite, firmate questo appello”.
Prima l’onda verde di Moussavi, poi il caso Neda, ora Sakineh.
I Mass media li critichiamo molto quando si parla di politica interna, sappiamo che oscurano e manipolano la verità, faccio fatica a credere che i compagni siano acritici dai mass media quando si tratta di politica estera.
Fare informazione sull’Iran non vuol dire appoggiare Ahmadinejad. Ma ci è concesso dire che Moussavi è l’alter ego filo-americano di Ahmadinejad; che Neda è un’operazione studiata. Possiamo dire che nel processo di Sakineh si tratta di complicità in omicidio (insieme all’amante) e non di adulterio.
Daniele Cardetta nel suo articolo scrive: “va ricordato che la lapidazione è una pratica effettivamente prevista dai codici iraniani, ma che Teheran ha stabilito dal 2002 una moratoria su questo tipo di pena capitale. Ufficialmente inoltre le autorità iraniane hanno sempre negato di aver eseguito queste condanne da quando è stata decisa la moratoria del 2002.
A completare il quadro legislativo va segnalato che nel 2008 è stato presentato nel Parlamento iraniano un progetto di legge che chiede di eliminare anche formalmente la menzione della lapidazione dai codici penali. Sin dal giugno 2009 è in atto in Iran una revisione del sistema penale che mira, tra le altre cose, anche a conseguire questo obiettivo di progresso e civiltà.”
Senza essere sostenitori di Ahmadinejad possiamo pubblicamente dire che lui mai ha detto di “volere cancellare Israele dalla carta geografica” come ci spiega l’autore Jonathan Cock.
In Iran ci sono tribunali locali e nazionali. Non viviamo in Iran, le informazioni sono spesso contrastanti. Gli stessi avvocati si smentiscono, secondo i giornali, Sakineh ogni giorno dovrebbe essere uccisa. Non possiamo essere acritici anche in questo.
Malek Ejdar Sharifi, un giudice che si è occupato del particolare caso giudiziario, ha dichiarato: ''Non possiamo rendere noti i dettagli dei crimini di Sakineh, per considerazioni di ordine morale ed umano (a differenza della stampa Italiana, in Iran non vengono pubblicati i particolari morbosi dei delitti efferati). Se il modo in cui suo marito è stato assassinato fosse reso pubblico, la brutalità e la follia di questa donna verrebbero messe a nudo di fronte all’opinione pubblica. Il suo contributo all’omicidio è stato così crudele e agghiacciante che molti criminologi ritengono che sarebbe stato molto meglio se lei si fosse limitata a decapitare il marito”.
Io per questo mi dissocio dalla portavoce nazionale dei GC che considera “innocente” questa donna.
Se è vero, come alcuni compagni fanno notare, che ci sia la possibilità che la sua confessione di omicidio le è stata estorta, non possiamo credere acriticamente a quello che ci racconta la BBC, soprattutto sapendo come lavorano i media occidentali sui paesi socialisti, cito il caso della blogger Sanchez o in paesi non allineati, ad esempio le armi di distruzione di massa di Saddam.

Secondo punto
E qui Ferrero, Rifondazione Comunista e i Giovani Comunisti dimostrano incoerenza politica perché usano due pesi e due misure.
Parto subito con un contrattacco. Se Ferrero afferma che il Blog del PRC di Nichelino ha fatto un “errore” nel portare avanti una battaglia di controinformazione sul caso Sakineh/Iran, io dico che è stato un “errore” votare a favore della guerra, espellendo compagni come Turigliatto, quando si è al governo ed essere contrari alla guerra quando si è all’opposizione. Io ho fatto una critica interna ai Giovani Comunisti, trovo inaccettabile farsi dettare l’agenda politica dai Mass Media. Nell’ultimo mese ci sono stati esecuzioni e lapidazioni in paesi come Israele, Arabia Saudita, Iraq, Pakistan o Stati Uniti. Il nostro partito non ha fatto alcuna mobilitazione, alcun comunicato.
Io penso che questo mio articolo colpirà le contraddizioni interne che abbiamo e che dobbiamo superare. Per questo propongo al partito e alla giovanile due mobilitazioni contro la pena di morte nei prossimi giorni

La prima è un po’ provocatoria è nata in questi giorni sul web
Mobilitazione per Teresa Lewis, “innocente” come Sakineh.
Teresa Lewis: 33 anni al momento del crimine: omicidio di un uomo bianco di 51 anni, suo marito (ha assoldato due killer) e di un ragazzo bianco di 25 (suo figliastro) a Keeling il 30-10-2002; condannata il 04-06-2003. Verrà giustiziata il 23 settembre.

La seconda è inevitabile, e credo che il nostro partito e soprattutto i GC dovrebbero alimentare maggiormente la campagna per Faith Aiworo, giovane donna “innocente” che rischia la pena di morte in Nigeria, mandante: lo stato italiano. Faith è infatti vittima del “pacchetto sicurezza”
Faith (23 anni) è scappata dalla Nigeria, dove viveva, dopo aver ucciso il proprio datore di lavoro che aveva tentato di violentarla. Arrivata a Bologna la ragazza avrebbe potuto subire le stesse violenze da cui era scappata se un gruppo di cittadini, sentendo delle urla sospette, non avessero chiamato la polizia. Le forze dell’ordine, dopo aver scoperto che Faith si era introdotta nel nostro paese senza permesso, lo scorso 20 giugno l’hanno rispedita in Nigeria dove la donna, che non aveva fatto in tempo a presentare all’Italia i documenti per l’asilo politico, sarà giustiziata per il crimine che ha commesso prima di scappare.

Io sono contro la pena di morte, ma senza fare distinzioni e senza farmi dettare l’agenda politica dai mass media, che come la storia ci ha insegnato, usano i loro mezzi per giustificare le loro guerre imperialiste. Concludo ponendo una domanda: possiamo considerare “innocente” chi uccide il marito, o il figliastro, o il datore di lavoro? Io penso di no.

Salutari Andrea
Coordinatore provinciale Giovani Comunisti Torino 2.0

Fonte: http://giovanicomunistitorino.blogspot.com...a-di-morte.html

image

 
Top
Nick 81
view post Posted on 8/9/2010, 11:59




ottimo!
 
Top
Nick 81
view post Posted on 8/9/2010, 12:16




Prostitute
di Andrea Marcon - 07/09/2010

Povera Carla Bruni. Il passaggio da fotomodella coccodè a first lady si poteva anche accettare, del resto da un personaggio tutta immagine-niente sostanza come Sarkozy ci si può aspettare simili scelte in materia di donne. Ma che queste ex veline, non appena conoscono i fasti della celebrità politica, si ergano anche a paladine dei diritti delle donne e passino dal trombare al tromboneggiare è veramente un’abitudine insopportabile. E se una Carfagna fino ad oggi l’ha passata liscia, Carla Bruni (per questo, appunto, “povera”) pare sia stata pesantemente attaccata da un quotidiano iraniano per il suo appello contro la lapidazione dell’adultera Sakineh.
Se volessi fare il “politically correct” dovrei subito precisare che, per carità, noi non siamo favorevoli alla lapidazione e neppure alla condanna delle adultere, che i diritti delle donne vanno rispettati, che la discriminazione nei loro confronti è odiosa e bla bla bla.
Mi/vi risparmio questi preamboli perché, sinceramente, di Sakineh non me ne frega niente, come non frega niente a Carla Bruni e a tutti gli altri milioni di ipocriti o idioti che hanno sostenuto l’appello contro la sua lapidazione. Non può esistere un reale interesse o un vero dolore nei confronti di una persona che non si conosce minimamente, lontana migliaia di chilometri e goccia nel mare delle infinite morti e ingiustizie che affliggono il nostro pianeta.
La battaglia e l’interesse, tuttalpiù, sarebbero contro la pena di morte o la difesa dei diritti delle donne e la firma di un appello, preferibilmente su Facebook, il modo migliore e più facile per sentirsi autore di una buona azione. Poi magari il proprio vicino di casa picchia la moglie a sangue tutti i giorni ma non ce ne frega niente.
E, allora, se il nocciolo della questione non è la persona Sakineh ma quello che rappresenta, possiamo tranquillamente affermare che la presunta (perché sappiamo tutti l’attendibilità di certe traduzioni) accusa di “prostituta” rivolta a Carla Bruni da parte del giornale iraniano è da criticare solo perché pecca in difetto: prostituta (intellettualmente, il che è infinitamente peggio che fisicamente) non è solo Carla Bruni ma anche ciascuno di coloro (e sono decine di migliaia, potenzialmente milioni) che sostengono questa battaglia per salvare la giovane iraniana.
E’ infatti evidente che si tratta dell’ennesimo, penoso e vergognoso pretesto per attaccare l’Iran e preparare il terreno mediatico a quell’attacco militare che USA e Israele pianificano da anni. Lo spauracchio nucleare, la demonizzazione in chiave nazista di Ahmadinejad, le inverosimili accuse di brogli in occasione delle elezioni di quest’ultimo e il conseguente ipocrita sdegno per l’ingigantita repressione degli oppositori al “regime” evidentemente non sono bastate, ci voleva anche il pietoso caso umano dell’innocente da salvare dai barbari. E gli appelli per tutte le adultere condannate alla lapidazione in Arabia Saudita? Ah già, non si possono salvare tutti, meglio lasciar stare gli amici dell’Occidente.
Qualcuno obietterà: non tutti i sostenitori dell’appello per Sakineh sono prostitute intellettuali, la maggior parte sono persone in buonafede ingannate dalla propaganda di regime (quello vero, il nostro). Probabile, ma non li giustifico. Invece di scrivere stronzate su face book usino internet per informarsi. Oppure tornino ai propri affari, se sono donne magari spendano il loro tempo a tradire i mariti. In Iran, possibilmente.

www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=34380



La strumentalizzazione occidentale
di Massimo Fini - 07/09/2010

La mobilitazione internazionale a favore di Sakineh, la donna iraniana condannata a morte per adulterio e complicità nell'omicidio del marito (i due fatti, se le accuse sono veritiere, sono, con tutta evidenza, collegati), sarebbe totalmente condivisibile se fosse stata centrata esclusivamente sulla modalità dell'esecuzione: la lapidazione. La lapidazione infatti va oltre la pena di morte, è una tortura. Una tortura, se si può dir così, a fuoco lento (le pietre non devono essere né troppo grosse, così da uccidere all'istante la condannata, né troppo piccole da non farle male). Ora, un uomo, in determinati e precisi casi, può essere lecitamente ucciso ma mai torturato o umiliato, tant'è che la tortura, almeno formalmente, non è legittimata in nessuno Stato del mondo nemmeno in tempo di guerra (anche se gli americani l'hanno usata a piene mani a Guantanamo – con l'ipocrito escamotage che era fuori del territorio degli Stati Uniti – e nel modo più sadico, ignobile e schifoso a Abu Ghraib dove è venuto a galla tutto il marciume morale della cosiddetta “cultura superiore”). Ma la mobilitazione internazionale, per meglio dire: occidentale, non contesta solo la lapidazione, ma anche la pena capitale inflitta alla donna e anzi la vuole “subito libera”. Davanti a una immagine di Sakineh che, per iniziativa del governo italiano, campeggia da tre giorni all'ingresso di Palazzo Chigi il ministro degli Esteri Franco Frattini e quello delle Pari opportunità Mara Carfagna hanno dichiarato “Finché Sakineh non sarà salva o libera il suo volto ci guarderà dal palazzo del governo italiano”.
ORA, LA PENA DI MORTE è in vigore anche in Paesi considerati campioni della civiltà, come gli Stati Uniti, e nessuno Stato lascerebbe a piede libero un assassino. Quanto all'adulterio è considerato un reato meritevole della pena capitale non solo in Iran ma in molti altri Paesi islamici che hanno una cultura e una morale diversissime dalle nostre soprattutto per quel che riguarda la famiglia. La domanda è questa: le sentenze di un Tribunale iraniano su fatti che quel Paese considera reati gravi sono ancora sentenze di uno Stato sovrano o devono essere sottoposte ai Tribunali popolari dell'Occidente? E può Sarkozy dichiarare che Sakineh “è sotto la protezione della Francia”? Allora sia coerente e dichiari formalmente guerra all'Iran in nome dei principi in cui dice di credere, invece di continuare a farci cospicui affari (la Francia è il secondo partner commerciale europeo dell'Iran, dopo l'Italia).
Questo il quadro di principio. Ma dietro i principi ci sono le persone in carne e ossa. In questo caso una giovane donna di 42 anni che rischia da un momento all'altro di essere giustiziata. È l'eterno conflitto fra pietas umana e la legge (dura lex sed lex dicevano i Romani), fra Antigone che, contro la legge, seppellisce il fratello Polinice in terra consacrata e il re Creonte che quella legge deve far rispettare e la condanna a morte. È l'eterno dilemma fra Libertà e Autorità così profondamente scandagliato da Dostoevskij nell'apologo de Il Grande Inquisitore nei Fratelli Karamazov.
L'IRAN NON HA ALCUN obbligo giuridico di fornire all'Occidente le prove che la sentenza del suo Tribunale è giusta, anche perché qui non ci troviamo di fronte a un oppositore politico ma a una persona accusata di reati comuni e non si vede quale interesse avrebbe mai la giustizia iraniana ad accanirsi arbitrariamente su di essa. Ma l'Iran è però un grande, colto e civile Paese, molto più civile di quanto lo facciano gli occidentali, e dovrebbe avere la sensibilità, anche politica, di capire che su un caso che è comunque sotto gli occhi di tutto il mondo ha l'obbligo morale di dare sulla reale colpevolezza di Sakineh informazioni maggiori e più trasparenti di quante ne abbia date finora, senza per questo sentirsi diminuito nella propria sovranità, anche se sappiamo benissimo che questa vicenda viene strumentalizzata in funzione della tambureggiante campagna contro Teheran di Stati Uniti e Israele. Perché, a questo punto, un'esecuzione al buio sarebbe altrettanto inaccettabile di quella liberazione al buio che vorrebbero il ministro Frattini e Bernard-Henri Lévy.

www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=34391
 
Top
22 replies since 26/8/2010, 12:31   335 views
  Share