CITAZIONE
Penso che l’analisi di wu ming1, come tante volte, sia azzeccata. Anzi, dovremmo cercare di leggere quello che è avvenuto il 14 in maniera più approfondita, più “fredda”, anche se la giornata è vicina e gli eventi sono ancora caldi, quantomeno sui media e nelle aule giudiziarie.
Detto ciò, mi sembra evidente che questo movimento, non solo studentesco, ma sociale nel più ampio senso, finchè si tratta di essere antigovernativi, contro le riforme neoliberiste e sostanzialmente funzionali (non volendolo, per carità) all’opposizione democratica in parlamento, riscuoterà una somma di consensi che scemeranno un minuto dopo un eventuale cambiamento della situazione politica generale. Nel senso, anche in caso di eventuale governo tecnico, tutti gli appoggi che hanno garantito anche una certa unità a questi movimenti verranno immediatamente meno. Primo fra tutti, quello di Repubblica, organo di orientamento delle coscienze non meno efficacie delle televisioni di berlusconi.
Questi appoggi verranno ancora meno sotto un eventuale governo di centrosinistra. Perchè finchè si tratta di abbattere Berlusconi va bene tutto, anche l’assalto al senato, anche la FIOM battagliera, anche addirittura gli scioperi generali. Ma se il quadro politico cambierà, gli appoggi e i consensi verranno meno, la repressione si farà sentire, e con ciò tutto quello che produrrà.
Fatta questa premessa, c’è anche da sottolineare che questi moviementi, e cioè quelli studenteschi come quelli dei sindacati o dei precari, per adesso stanno portando avanti solo la parte distruttiva, di contrapposizione al governo e alle sue riforme. GIustamente. Ma questo ne ha garantito fino ad adesso l’unità d’intenti. Unità fra studenti di opposte visioni politche. Unità fra centri sociali e FIOM. Unità fra precari e sindacalizzati. Eccetera. Si ha però la percezione abbastanza evidente (ma spero di sbagliarmi), che questa unità verrebbe subito compomessa, per non dire abbattuta, nel momento stesso in cui arriverà per questo movimento il tempo di fare proposte, di produrre una serie di linee politiche di riferimento, e cioè la parte costruttiva.
Solo che questo è l’unico modo per evitare di rimanere funzionali all’opposizione del PD in parlamento: smarcarsi dai supposti “democratici” con delle proposte che mettano in chiaro l’alterità rispetto non solo a Berlusconi, ma a tutto il resto del parlamento. Sarà proprio in questo momento che si capirà se tutto ciò di importante prodotto il 14 dicembre potrà espandersi, dilatarsi, crescere, organizzarsi; oppure se il tutto verrà ridotto a “semplice” protesta studentesca, o peggio ancora a trita “recaille” di strada, buona fino a dicembre ma in soffitta da gennaio al prossimo autunno.
Ed è proprio per questo, come già pensavo in piazza il 14, che è stato un gran bene che il 14 la fiducia sia passata. Perchè se non fosse passata, la differenza fra movimenti, cortei e PD non si sarebbe più notata, ed anzi ne sarebbe uscita fuori una grande giornata dell’opposizione che avrebbe fatto solo il gioco del PD.
Meno male che Silvio c’è, anche stavolta.