Per un rinnovamento del pensiero marxista

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view post Posted on 23/3/2011, 17:06




Quali sono secondo voi i punti focali teorici del marxismo che vanno rinnovati per attualizzarlo?

A me intanto vengono in mente questi:
1. Va chiusa assolutamente la falla nichilista. Si deve ridare valore veritativo alla filosofia, e basare il pensiero politico comunista su solide basi ontologiche, con conseguente rivalutazione del pensiero idealista ed hegeliano in particolare. Abbandono quindi del positivismo, in favore di una teoria della rivoluzione che debba passare inevitabilmente dal concetto, per trasformare il capitalismo nel socialismo, visto come realtà in potenza che può essere resa atto. Abbandono del marxismo scientifico e dogmatico in favore di un'accettazione del presupposto filosofico come base per il fine del comunismo, visto come realizzazione della libertà e della natura umana.
2. Va rinnovata la teoria della rivoluzione e della classe proletaria, per due motivi. Prima di tutto perchè la classe operaia non è in sè rivoluzionaria, e quindi di conseguenza è anche incapace di una qualsiasi egemonia, come il comunismo sovietico ha dimostrato (che la realpolitik obbligasse Stalin, che comunque stimo, a mandare nei Gulag i nemici politici per il pericolo che le loro idee fomentassero una controrivoluzione fa capire quanto debole fosse l'egemonia comunista, se pensiamo che nel capitalismo puoi fare anche un partito che ne dica peste e corna senza influire minimamente).
Secondo perchè la dialettica borghesia-proletariato si è modificata, e, sono d'accordo con Preve, sta scomparendo in favore dell'unica discriminante che viene ad essere il mercato.
Con la progressiva scomparsa del proletariato quindi serve una nuova teoria rivoluzionaria che renda conto della nuova composizione della società.
3. Va buttato via il concetto di stato di Marx, in favore di uno più hegeliano che ne ripristini l'importanza storica per l'uomo.
Lo stato secondo me è la dimensione principe della vita politica dell'uomo, dove esso viene formato, dove rispecchia la sua visione politica. Perciò la rivoluzione socialista, visto come forma di autocoscienza collettiva, dovuta alla dialettica interna del capitalismo, nasce per forza nello stato nazionale, e solo ad opera dei suoi cittadini.
Applicare una conseguente teoria in politica estera, che veda nella sovranità nazionale il diritto principale di una popolazione, e che al contempo consideri dovere primario di un governo statale avvantaggiare la sua popolazione, pur sempre nel rispetto del diritto internazionale.
Perciò ora il primo dovere di una forza anticapitalista deve essere quello di rinforzare la propria nazione contro l'imperialismo finanziario e statunitense.
 
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