Ricostruire Rifondazione, ripartire dalla militanza

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Comandante Carlos
view post Posted on 8/3/2009, 10:39




Ricostruire Rifondazione, ripartire dalla militanza

Gianluca Schiavon*
Il rilancio del processo della rifondazione non è solo una scommessa, ma è il nostro impegno. L'impegno consiste nel rafforzare il Partito fino a innervarlo sul territorio, a farne un corpo sociale distinguibile, oltre che un collettivo fondato su opzioni politiche generali. E rafforzando il Prc si rafforza la sinistra: una sinistra mai così smarrita, mai così in crisi.
Gli strumenti di analisi e di azione più adeguati al fine sono stati condivisi nella Conferenza di organizzazione svolta a Carrara. In quella sede era stata elaborata un'idea di organizzazione a-burocratica nella quale gli incarichi istituzionali e di direzione non si cumulavano, anzi erano soggetti a turnazione, nella quale regole chiare e semplici venivano fatte rispettare a tutte le iscritte e a tutti gli iscritti. Provammo allora a diagnosticare le patologie del Partito e a individuarne i rimedi. A meno di due anni da quell'assise vale la pena riconoscere che i mali non sono stati curati, né è sufficiente evocare le scadenze drammaticamente negative. La mancata soluzione dei problemi sull'organizzazione è stata tra le cause, non il principale effetto, della débâcle elettorale e dell'ultima scissione. Va riconosciuto che molti rimedi proposti a Carrara sono stati inseriti nella redazione dell'ultimo Statuto ma le disposizioni statutarie finiscono per essere lettera morta se non sono conosciute e, soprattutto, se non trovano applicazione. Allora ripartiamo dalle proposte più incisive: favorire l'adesione al Prc rendendo più capillare e flessibile il tesseramento, rafforzare nondimeno il progetto generale e la struttura centrale connettendoli ai territori.
Non sfugge infatti che alcune delle attività tipiche del rafforzamento di un'organizzazione complessa, qual è un partito, non funzionano se non promosse dal livello nazionale. È il caso della formazione per tutte e tutti le militanti e i militanti. È il caso dell'inchiesta. È il caso anche della valutazione sull'efficacia delle politiche realizzate dai governi regionali e locali. Un giudizio sul quale devono influire una comparazione tra le politiche pubbliche di governi geograficamente omogenei e una comparazione storica. Queste attività - formazione, inchiesta e valutazione dell'efficacia delle politiche pubbliche - sono tanto più importanti perché il Partito vive nell'inedita condizione di forza extra-parlamentare sul livello statale, ma di forza di governo in innumerevoli enti locali e in 11 regioni. Al rischio della trasformazione in una federazione di correnti si è aggiunto quello ancora più insidioso della formazione di una direzione parallela formata da eletti nelle istituzioni locali indifferente e neghittosa rispetto alle scelte politiche generali. Non è altrimenti comprensibile come viene applicato il documento approvato al Congresso di Chianciano quando impone di «impedire ogni degenerazione del partito in senso leaderistico e plebiscitario ed ogni subordinazione del partito alle rappresentanze istituzionali e ai rapporti verticistici con altre forze politiche».
Non è il tempo di individuare capri espiatori, lo sforzo per ridurre le distanze tra dirigenti e militanti a livello nazionale è stato iniziato con una riduzione dei salari ma ciò non può più bastare. La militanza è spesso frustrata dal governo consociativo in giunte o in consigli di amministrazione, l'attività dei quali viene discussa negli organismi dirigenti solo per le linee guida. E' il tempo di conoscere e confrontare l'attività di tutti gli enti pubblici in cui il Partito è coinvolto e di incrociarne i risultati con i conflitti e le vertenze costruiti. E' il tempo del rinnovamento e di una selezione non casuale dei quadri e dei rappresentanti istituzionali dando vita alla rotazione negli incarichi. E' il tempo di rilanciare con risorse, non solo economiche, un processo di formazione e informazione delle e dei militanti. Quest'ultima attività, normalmente ritenuta strategica, è stata percepita nel Partito come un accidente, non come un valore. Oggi l'esigenza di socializzare le conoscenze e di mettere in campo una controffensiva culturale a tutto tondo è parte della sopravvivenza del nostro progetto e della resistenza al pensiero dominante.

*vicepresidente del Collegio nazionale di garanzia

da Liberazione
 
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red flag
view post Posted on 8/3/2009, 16:45




buonissimo intervento
 
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LokiTorino
view post Posted on 8/3/2009, 17:44




solita cagata da "tutto e niente"
 
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sstndr
view post Posted on 8/3/2009, 19:41




Saresti così cortese di argomentare la tua frase?
 
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Mattia_92
view post Posted on 9/3/2009, 00:05




intervento perfetto, condivisibile dalla prima all'ultima parola.

l'unica strada percorribile per ricostruire un partito comunista.
 
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LokiTorino
view post Posted on 9/3/2009, 09:58




CITAZIONE (sstndr @ 8/3/2009, 19:41)
Saresti così cortese di argomentare la tua frase?

è il classico armiamoci e partite.
Tutti sono mesi che ti dicono cosa c'è bisogno di fare. Tutti hanno le idee estremamente chiare.
Lavoro politico, lavoro "tra la gente", lavoro nei "quartieri di periferia", formazione di base e quadri.
Nessuno che dica però: io la formazione la sto facendo così, io il lavoro politico nel mio quartiere lo faccio così, io nel mio call-center mi muovo così.
E questo perché? Perché nessuno sa dove andare a parare dopo aver tirato fuori le belle intenzioni e i "must per il partito".

Secondo te questo che ha scritto sta bella poesiola sa minimamente come si fanno le cose dette?

Ed è sintomatico che, nel forum, commentino con un "condivisione totale" gente che la militanza la fa solo su questo forum. Il circolo si chiude base-vertici-base.
 
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sstndr
view post Posted on 9/3/2009, 10:55




Beh, personalmente non posso che dichiararmi d'accordo. E non per una vuota adesione verbale, ma perchè non noto differenze sostanziali tra quanto detto nell'articolo e quello che il circolo Gramsci fa e ha sempre fatto, non solo dal giorno di pubblicazione dell'articolo ma almeno dal 10 giugno 2005. Cercando di radicarci nei luoghi di lavoro e di studio, lavorando per il partito, spesso e volentieri impegnandoci più come militanti e dirigenti di partito che non come lavoratori o studenti. Posso dire di essere d'accordo perchè il mio circolo ha sempre fatto formazione, ha sempre investito nel tesseramento, anche quando la situazione contingente potrebbe far sembrare "curiosa" un'iniziativa di formazione (come ad esempio, compagno, la presentazione della rivista Essere Comunisti ad una settimana dal voto alle lelezioni regionali, cosa che aveva notato con piacevole sorpresa Bruno Steri). Questo perchè nei dirigenti del Gramsci il partito non è visto come un ufficio elettorale pro tempore per questo o quel candidato, ma ha sempre fatto iniziative, dentro e fuori i locali del circolo, anche in tempi non sospetti.

Il mio essere d'accordo è legato al fatto che quanto detto non si discosta dalla prassi politica a cui sono abituato. E notoriamente una cosa è dirsi, un'altra è essere comunisti.
 
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Mattia_92
view post Posted on 9/3/2009, 14:03




CITAZIONE (LokiTorino @ 9/3/2009, 09:58)
CITAZIONE (sstndr @ 8/3/2009, 19:41)
Saresti così cortese di argomentare la tua frase?

è il classico armiamoci e partite.
Tutti sono mesi che ti dicono cosa c'è bisogno di fare. Tutti hanno le idee estremamente chiare.
Lavoro politico, lavoro "tra la gente", lavoro nei "quartieri di periferia", formazione di base e quadri.
Nessuno che dica però: io la formazione la sto facendo così, io il lavoro politico nel mio quartiere lo faccio così, io nel mio call-center mi muovo così.
E questo perché? Perché nessuno sa dove andare a parare dopo aver tirato fuori le belle intenzioni e i "must per il partito".

Secondo te questo che ha scritto sta bella poesiola sa minimamente come si fanno le cose dette?

Ed è sintomatico che, nel forum, commentino con un "condivisione totale" gente che la militanza la fa solo su questo forum. Il circolo si chiude base-vertici-base.

ma proprio non ci arrivi a capire che tutte le tue belle iniziative non contano assolutamente un cazzo se non è tutto il partito, inteso come direzione nazionale e come ogni singolo circolo, a muoversi in una determinata direzione?


CITAZIONE (LokiTorino @ 9/3/2009, 09:58)
CITAZIONE (sstndr @ 8/3/2009, 19:41)
Saresti così cortese di argomentare la tua frase?

è il classico armiamoci e partite.
Tutti sono mesi che ti dicono cosa c'è bisogno di fare. Tutti hanno le idee estremamente chiare.
Lavoro politico, lavoro "tra la gente", lavoro nei "quartieri di periferia", formazione di base e quadri.
Nessuno che dica però: io la formazione la sto facendo così, io il lavoro politico nel mio quartiere lo faccio così, io nel mio call-center mi muovo così.
E questo perché? Perché nessuno sa dove andare a parare dopo aver tirato fuori le belle intenzioni e i "must per il partito".

Secondo te questo che ha scritto sta bella poesiola sa minimamente come si fanno le cose dette?

Ed è sintomatico che, nel forum, commentino con un "condivisione totale" gente che la militanza la fa solo su questo forum. Il circolo si chiude base-vertici-base.

ma proprio non ci arrivi a capire che tutte le tue belle iniziative non contano assolutamente un cazzo se non è tutto il partito, inteso come direzione nazionale e come ogni singolo circolo, a muoversi in una determinata direzione?
 
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LokiTorino
view post Posted on 9/3/2009, 14:49




CITAZIONE (Mattia_92 @ 9/3/2009, 14:03)
ma proprio non ci arrivi a capire che tutte le tue belle iniziative non contano assolutamente un cazzo se non è tutto il partito, inteso come direzione nazionale e come ogni singolo circolo, a muoversi in una determinata direzione?

Primo, tanto per iniziare: non sono tuo fratello che mi puoi parlare così.
Secondo: non prendo lezioni da uno che non lavora per e con il Partito.
Terzo: non prendo lezioni su come si muove un Partito da uno che forse non è manco andato mai dentro una Federazione.

Quarto, nel merito: le iniziative contano quando si fanno. Se non si fanno, non contano. Il problema non è manco fare questa o quella cosa, ma farne almeno una. Visto che ti atteggi a esperto del PRC, mi puoi dire la tua federazione quali commissioni ha attive e cosa hanno prodotto in questi ultimi 3 mesi?
Preso atto che la direzione nazionale non è in grado di organizzare, coordinare e monitorare i circoli (ma neanche le federazioni) che si fa? Ci mettiamo a piangere? Aspettiamo la consegna?
No dimmelo tu come stai reagendo a questo dramma del Partito, così lo spieghi una volta per tutte cosa bisogna fare e finalmente arriveremo al famoso PCI al 10%.
 
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sstndr
view post Posted on 9/3/2009, 15:03




Loki, non prenderla sul personale, ma il tuo atteggiamento sembra più distruttivo che altro.

Ritieni sia meglio fare i bagagli ed entrare dentro il MPS forse?
 
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Mattia_92
view post Posted on 9/3/2009, 15:39




CITAZIONE (sstndr @ 9/3/2009, 15:03)
Loki, non prenderla sul personale, ma il tuo atteggiamento sembra più distruttivo che altro.

appunto.

il famoso PCI al 10% parte dalle esigenze del "popolo dei comunisti", dalla "base", ma sarebbe il momento di smetterla con queste menate del partito dal basso, del partito sociale ecc...
parte dal basso ma si costruisce solo ed esclusivamente se si pretende di costruire un ceto dirigente capace di gestire a livello nazionale il partito.


ps: evita le lezioni di educazione dopo aver commentato l'articolo di cui sopra con un intervento degno di un fascistello frustrato di quindici anni.
 
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LokiTorino
view post Posted on 9/3/2009, 15:55




CITAZIONE (Mattia_92 @ 9/3/2009, 15:39)
CITAZIONE (sstndr @ 9/3/2009, 15:03)
Loki, non prenderla sul personale, ma il tuo atteggiamento sembra più distruttivo che altro.

appunto.

il famoso PCI al 10% parte dalle esigenze del "popolo dei comunisti", dalla "base", ma sarebbe il momento di smetterla con queste menate del partito dal basso, del partito sociale ecc...
parte dal basso ma si costruisce solo ed esclusivamente se si pretende di costruire un ceto dirigente capace di gestire a livello nazionale il partito.


ps: evita le lezioni di educazione dopo aver commentato l'articolo di cui sopra con un intervento degno di un fascistello frustrato di quindici anni.

Manca la risposta nel merito.
Preso atto che la dirigenza nazionale non è in grado di coordinare/attivare/monitorare il lavoro dei Circoli, quale è la risposta organizzativa?

La mia è semplice: Attivazione di almeno un progetto sul territorio (che sia scuola, lavoro o quartiere) con scadenza e analisi dell'obiettivo da parte della segreteria dei Circoli. Controllo dell'obiettivo a fine ciclo. Chiusura COATTA dei Circoli dove non si produce politica territoriale come fa ad esempio l'SP olandese.

La tua quale è?

PS: nella foga ti sei dimenticato di ripassare il documento congressuale del NOSTRO Partito. Il Partito Sociale è una campagna nazionale studiata, progettata e auspicata dalla Dirigenza Nazionale. E al momento è l'unico progetto che, di fatto, ha un'articolazione che parte dal Nazionale e finisce nella base. Parte da una commissione nazionale che lavora (non come alcuni soggetti che in via del Policlinico arrivano alle 11:30), passa per dei Circoli che si fanno il culo, risale al segretario nazionale che la rilancia al TG1.
Esistono altri esempi, ad oggi, di campagne di Partito che operano realmente a tutti i livelli con questa capacità operativa?
La risposta è NO.
Ergo, invece di spocchiosare sul vuoto pneumatico della tua esistenza, potresti almeno prendere atto che se il Partito operasse in toto come opera il Partito Sociale, saremmo già molto più avanti di dove siamo NOI.
 
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LokiTorino
view post Posted on 9/3/2009, 16:12




CITAZIONE (Mattia_92 @ 9/3/2009, 15:39)
CITAZIONE (sstndr @ 9/3/2009, 15:03)
Loki, non prenderla sul personale, ma il tuo atteggiamento sembra più distruttivo che altro.

appunto.

il famoso PCI al 10% parte dalle esigenze del "popolo dei comunisti", dalla "base", ma sarebbe il momento di smetterla con queste menate del partito dal basso, del partito sociale ecc...
parte dal basso ma si costruisce solo ed esclusivamente se si pretende di costruire un ceto dirigente capace di gestire a livello nazionale il partito.

A parte che già in questo semplice periodo si denota quanto poco c'azzecchi di politica.
Se tu avessi fatto anche solo una metà pomeriggio di militanza fuori dal web, avresti scoperto che i più grandi nostalgici del PCI non sono i Comunisti, ma la gente che li votava e Comunista non era.
Il PCI al 10% lo si costruisce se ci si poggia sulle esigenze materiali degli Italiani, non del popolo dei comunisti (roba da 1%) e manco dalla base.
Per costruire tali fondamenta è necessario per forza partire dal basso, visto che la dirigenza (se tu conoscessi il corpo dirigente non avresti dubbi in proposito) non è in grado di captare e manco di interpretare le esigenze delle classi subordinate. Lo dimostrano i mesi di discorsi sulla fuffa in Dirigenza Nazionale, lo dimostra l'articolo sopracitato che dice che bisogna fare qualcosa, ma poi non sa manco da che parte girarsi per attuarla.
E, a quanto pare, e di questo ne ho avuto prova provata in questi mesi di lavoro matto e disperato, non ce l'ha manco gran parte della base del Partito, persa nel suo psicodramma collettivo oppure definitivamente non appartenente alle classi subordinate.
La nuova dirigenza la si costruirà (se va bene) nei prossimi 5 anni estraendo da chi meglio lavora dal basso. L'alternativa è la scomparsa definitiva del Partito, una cosa che probabilmente potrebbe dispiacerti il tempo di iscriverti ad un altro forum.
 
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sstndr
view post Posted on 9/3/2009, 16:15




Il partito sociale, IMHO, ha un senso e va tirato avanti all'interno di una campagna contro il caro vita, fatta di iniziative, sensibilizzazione, tesseramento, radicamento nel territorio. Sennò per distribuire pane ad un euro e ciccia, tanto vale lasciar fare alla Caritas che oltre al pane da anche un primo, senza offesa per i compagni che si impegnano con convinzione su questo fronte.

Tuttavia sono abbastanza critico verso iniziative del genere, col terrore che verremo ricordati come quelli che vendevano il pane. E la visibilità ad ogni costo è un ragionamento alla "almeno parlano di noi" è più degno del PD(L) che non di un partito che aspiri a dirsi comunista.
 
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50 replies since 8/3/2009, 10:39   796 views
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