Date a Cesare quel che è di Cesare; date a Dio quel che è di Dio
Finalmente una parola serena e definitiva sull'usanza insopportabile di appendere croci e crocifissi nei luoghi pubblici. Un insulto per tutti coloro - sono tanti e saranno sempre di più - che non sono cattolici integralisti: i fedeli di altri dèi, la comunità degli atei e degli agnostici e i cristiani che non pretendono di imporre a tutti le loro credenze, i loro miti, le loro visioni del mondo. (E poi, che dire dei leghisti che tuonano "Vergogna!" e sono gli artefici delle leggi che perseguitano gli stranieri, prendono le impronte digitali ai bambini e annoverano tra le loro file l'ex sindaco di Treviso, il neocondannato Gentilini). È l'ennesima dimostrazione che l'Italia è il paese degli ipocriti: si fanno morire clandestini in mare, si pestano a morte detenuti in carcere, nessuno muove un dito per i bambini che muiono di fame. Ma guai a tirare giù il crocifisso dalle aule, dove peraltro non ha alcun motivo valido di essere esposto, non essendo la scuola un luogo di culto.
In merito alle dichiarazioni di Bersani, il quale ha detto che l'esposizione del crocifisso è inoffensiva, si sbaglia perché imporre qualcosa (in questo caso il crocifisso) nei luoghi pubblici a tutti, anche a chi è ateo o non è cristiano, è una forma di violenza. Il crocifisso non rappresenta un'antica (ed astratta) tradizione, nemmeno fosse il cotechino con le lenticchie, ma un simbolo religioso ben preciso e l'oppressione della chiesa cattolica su questo nostro povero paese. E soprattutto non si continui, ancora, con questo falso ideologico che il crocifisso rappresenta tutti, che tutti ci si sentono rappresentati: io NON mi ci sento rappresentato. E come me tanti. Come al solito l'Europa dà una lezione di laicità e democrazia e il PD rimane sordo e cieco.
Nelle aule scolastiche troneggiavano un tempo la foto del duce e la croce. Poi la foto del duce è stata sostituita da quella del Presidente della Repubblica. Anche la foto del Presidente della Repubblica infine è stata tolta. Però la croce è sempre là, a ricordare agli italiani la loro eterna condizione di sudditi di santa romana chiesa.
Era ora. Togliere il crocefisso dalle scuole e dai luoghi pubblici, riporta il Cristo stesso nel suo luogo deputato, la sua casa che è la Chiesa, lì dove chi vuole può andare pacificamente e liberamente ad incontrarlo. Ora aspettiamo che scompaia pure l'ora di religione, l'ora di qualsiasi religione, sostituita con "Storia delle religioni", insegnata da laici, colti, preparati, attenti docenti, con un monte ore decente e dignitoso. Non è così difficile, ma ancora una volta il PD di Bersani sceglie la mediazione vaga della tradizione: ancora non vogliamo liberarci dall'ingerenza politica, ideologica ed economica del vaticano, pare impossibile...
Eppure fu proprio Gesù che disse: "Date a Cesare quel che è di Cesare, date a Dio quel che è dio Dio" (date allo Stato quel che è dello Stato, date alla religione quello che è della religione).
Dal blog: www.pasqualevidetta.blogspot.com